2024: Anno della Preghiera

Il Papa dedica un anno alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025

di don Giovanni Poggiali

Il 21 gennaio scorso Papa Francesco, durante l’Angelus domenicale, ha annunciato l’indizione per il 2024 dell’Anno della preghiera per prepararsi al Giubileo del 2025: «I prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. Per questo iniziamo oggi l’Anno della preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo».

Come ha ribadito mons. Rino Fisichella nella conferenza stampa di presentazione dell’evento, il successivo 23 gennaio, «non si tratta di un Anno con particolari iniziative, piuttosto, di un momento privilegiato in cui riscoprire il valore della preghiera, l’esigenza della preghiera quotidiana nella vita cristiana; come pregare, e soprattutto come educare a pregare oggi, nell’epoca della cultura digitale, in modo che la preghiera possa essere efficace e feconda».

Certamente, l’aspetto della preghiera in una società secolarizzata e lontana da Dio come la nostra è una sfida per ciascuno di noi, perché possiamo trovare spazi e tempi giornalieri adeguati al rapporto con Dio, di cui la preghiera è segno principale e necessario. La preghiera, in fondo, rivela quanto ci interessa davvero Colui che diciamo di amare e in cui crediamo. L’amore, senza gesti e fatti concreti, senza il rivolgersi quotidianamente all’Amato del cuore in un dialogo che è innanzitutto ascolto, non regge e si inaridisce.

Gesù invita i suoi discepoli a pregare sempre senza stancarsi mai (cfr. Lc 18,1). Questa esigenza è talmente forte e radicata nel cuore del credente che ogni giorno, in moltissimi monasteri e comunità religiose nel mondo, si prega la Liturgia delle Ore proprio per non lasciare nessuna ora del giorno senza lode e ringraziamento a Dio. Non si può pensare sempre a Dio, come ricordava padre Rodolfo Plus (1882-1958) nell’aureo libretto Come pregare sempre, ma è possibile pensarci spesso e ricordarLo durante la giornata, sia con delle giaculatorie, sia con momenti di silenzio dedicati esclusivamente a Lui, sia offrendogli i momenti di lavoro e le sofferenze e le gioie della vita, sia con la preghiera di intercessione per gli altri, sia con la lettura della Parola di Dio e la lectio divina, o con altre devozioni e preghiere diffuse lungo tutta la giornata. Lo scopo è diventare, come insegna sant’Ignazio di Loyola (1491-1556) negli Esercizi Spirituali, contemplativus in actione, “contemplativo nell’azione”, cioè sempre alla presenza di Dio anche se impegnati nelle più svariate attività quotidiane.

Fecondo, quindi, l’invito di Papa Francesco alla preghiera. Sarà un anno in cui potremo rivedere anche il nostro modo di pregare, i tempi da dedicare a questa attività primaria e i luoghi dove adorare il Signore e partecipare alla lode e alla liturgia della Chiesa. In questo modo prepareremo il nostro cuore a vivere il Giubileo del 2025, in analogia con i diversi terreni di cui parla Gesù nella parabola del seminatore (cfr. Mc 4), per accogliere il seme della Parola che Dio diffonde largamente e in abbondanza dentro le nostre vite, tenendo presente che c’è qualcuno che vuole rubarcelo affinché non produca frutto e venga disperso.

Il bisogno di spiritualità e di volgere lo sguardo e l’anima a Dio è oggi più che mai necessario, all’interno della cultura digitale e della confusione che regna a tutti i livelli della società civile, comunità ecclesiale compresa. 

Riprendiamo quindi, grazie all’Anno della preghiera, il nostro cammino di fedeli discepoli del Signore, cercando sempre di compiere la Sua volontà e di imitare Cristo soprattutto nell’atto della preghiera. Gesù pregava spesso il Padre in lunghi momenti di silenzio, anche notturni. La preghiera trasforma il cuore, accende in noi il fuoco dello Spirito, fa crescere il fervore e il desiderio di Dio, ci pone in relazione con l’Assoluto e in ascolto della sua Parola di vita. Ci pone in una giusta relazione con gli altri, convertendoci all’amore reciproco e alla mitezza. La Parola di Dio letta e meditata diventa così lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino (cfr. Sal 119,105). La preghiera è gioia del cuore e l’esercizio più autentico della nostra fede.

 

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