I pellegrini verso San Pietro (© foto: Rinascimento Sacro)
Sabato 3 novembre scorso si è tenuto a Roma il pellegrinaggio internazionale “Una cum Papa nostro” con il quale molti fedeli a vario titolo legati alla forma straordinaria del rito romano hanno voluto rendere grazie a Papa Benedetto per la sua lettera motu proprio data “Summorum pontificum” del 2007. Con questo documento il Papa ha chiarito una volta per tutte quale sia la posizione canonica e pastorale di questa forma celebrativa: essa rappresenta una delle due forme in cui si esprime il rito romano, il quale a sua volta è solo uno dei numerosi riti con cui la Chiesa universale celebra la liturgia; il termine “straordinaria” dichiara che, pur non essendo la forma più comune di celebrazione, essa ha comunque pari dignità e liceità di quella ordinaria. In seguito alla riforma liturgica del 1970, si è verificata una grande confusione nelle coscienze dei cristiani, fin anche dei sacerdoti e dei vescovi, ma finalmente il Papa ha chiarito che i libri liturgici precedenti ad essa non sono mai stati aboliti e, anzi, invita a conoscerli e diffonderne l’utilizzo. Ovviamente, il documento pontificio non è apparso nell’orizzonte della Chiesa senza un lungo cammino, spesso anche doloroso, che risale fino ad un altro motu proprio, “Ecclesia Dei”, del predecessore, il Beato Giovanni Paolo II. Proprio su questa linea si pone la bellissima intervista che il celebrante, il card. Canizares Llovera, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha rilasciato nei giorni precedenti al pellegrinaggio.
In San Pietro! (© foto: Rinascimento Sacro)
Sembra curioso, ma in considerazione dei numerosi e gravi pregiudizi che ancora incombono su questo aspetto della vita ecclesiale, spesso confermati e quasi goduti dagli stessi fedeli che lo seguono, è significativo che egli abbia definito “normale” la celebrazione della forma straordinaria del rito romano: “Ho accettato perché è un modo per far comprendere che è normale l’uso del messale del 1962: esistono due forme dello stesso rito, ma è lo stesso rito e dunque è normale usarlo nella celebrazione”. E aggiunge: “mi sembra che a cinque anni di distanza si possa meglio comprendere come non si tratti soltanto di alcuni fedeli che vivono nella nostalgia del latino, ma che si tratti di approfondire il senso della liturgia”. Ed effettivamente lo scopo della convivenza di due forme diverse dello stesso rito nella Chiesa, lungi dall’essere un cedimento alla mentalità dialettica e alla contrapposizione tra tradizionalisti e progressisti, categorie definitivamente superate dal Magistero, è piuttosto quello di aiutare i fedeli ad approfondire l’importanza sempre più decisiva di una liturgia che veicoli sempre di più e sempre meglio il desiderio di Dio che è quello di parlare al cuore dell’uomo per condurlo al suo amore e così salvarlo dalla morte. Compito della Chiesa è favorire e edificare secondo verità questo rapporto personale di ognuno con Dio ed ecco la sua responsabilità in campo liturgico. È per questo sciocco perseverare con qualsivoglia polemica sull’argomento perché solo la sapienza divina della Chiesa ha il diritto e il dovere di indicare la strada per raggiungere questa unione. Allora, con i pellegrini che si sono recati a Roma per questa bella occasione, ringraziamo il Pastore universale e rinnoviamo la nostra fede e devozione nella Chiesa nostra madre. Rinnovamento a cui ci chiama in qualche modo anche l’Anno della Fede che lo stesso Papa ha indetto e che stiamo vivendo.
A destra il celebrante, il card. Canizares (© foto: Rinascimento Sacro)
Dopo due giorni di celebrazioni pontificali presiedute da vari Eccellentissimi Vescovi nella parrocchia personale della Santissima Trinità dei pellegrini a Roma, il pellegrinaggio è culminato con la Santa Messa pontificale celebrata dal Card. Antonio Canizares Llovera, all’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Considerevole è stata la partecipazione dei fedeli i quali hanno riempito completamente i posti disponibili nell’abside della grande basilica, numerosissimi i sacerdoti e seminaristi che hanno assistito coralmente tra cui alcuni prelati della Curia Romana. Anche don Pietro Cantoni, moderatore generale della fraternità sacerdotale “Opus Marie Matris Ecclesiae” con una rappresentanza della sezione “Beato John Henry Newman” del Seminario Vescovile Maggiore di Massa Carrara – Pontremoli ed alcuni giovani della diocesi ha preso parte al pellegrinaggio. Lo stesso don Cantoni ha guidato la recita dell’Angelus alle ore 12 nella chiesa parrocchiale di San Salvatore in Lauro, dalla quale, dopo l’adorazione eucaristica, si è snodata la processione verso la basilica di San Pietro. Giunti in basilica, egli ha dato lettura in lingua italiana del messaggio ai pellegrini inviato dal Segretario di Stato di Sua Santità, il Card. Tarcisio Bertone.
Emanuele Borserini
Un momento della solenne Liturgia (© foto: Rinascimento Sacro)