La Parrocchia fu fortemente voluta dall’allora parroco Don Emanuele Bertoni (1947-1961) che ne gettò le fondamenta, in una imprecisata mattina di primavera del Maggio 1949.
Nel primo anno (1949) si arrivò a realizzare fino ad 1 metro di altezza, i muri perimetrali.
Nell’anno successivo (1950) si arrivò al culmine dei muri.
La volta di bachini e la copertura furono fatti da una ditta nell’anno 1951.
Prima dell’estate 1953 si terminò il rustico, in quanto in quell’anno ci fu il primo funerale “Def. Vanini Serafina”, la prima portata al Cimitero di Mulazzo dalla Parrocchia di Arpiola “nuper erecta” (appena eretta).
Fu inaugurata per la Festa di San Pietro del 1953.
Nell’anno 1956 si fece tutto l’intonaco interno e l’impianto elettrico.
Nell’anno 1957, il giorno 22 Marzo, il Vescovo Mons. Giuseppe Fenocchio consacrava l’Altare Maggiore in marmo.
Nell’anno 1962, fu fatto il pavimento in piastrelle di Ponzano dall’allora parroco Don Renato Beccari (1961-1964).
Nell’anno 1963, il Vescovo Mons. Giuseppe Fenocchio, con Decreto del 01 Giugno, eresse la Chiesa di Arpiola a “Parrocchia San Giuseppe”, con il grado onorifico di “PRIORIA”.
Nell’anno 1964, il Presidente della Repubblica, emanò il Decreto in data 18 Agosto, con il riconoscimento a “Parrocchia San Giuseppe”.
Nell’autunno dell’anno 1964 Don Renato Beccari, fece decorare la Chiesa dai F.lli Triani di Pontremoli, portati a termine nell’anno 1965.
Il giorno 04 Aprile dell’anno 1965, Domenica delle Palme, quando fece il suo ingresso il nuovo parroco Don Igino Spagnoli, tutto era a posto.
Il Cristo ligneo che sovrasta l’Altare Maggiore, fu regalato dalla sig.ra Fortunati Giovanna in Donati, in occasione del Venerdì Santo, il giorno 08 Aprile dell’anno 1966.
Nell’anno 1967, la stessa signora regalò l’Altare Minore in legno di mogano e i due banchi di testata a colonnine di mogano, realizzati da Renzo Moscatelli di Arpiola.
Il giorno 19 Marzo dell’anno 1968, il Vescovo Mons. Giuseppe Fenocchio nella sua Prima Visita Pastorale, posò la prima pietra di Travertino della facciata ed il giorno 19 Marzo dell’anno 1969, tornò ad inaugurare la fine dei lavori e la posa delle due lapidi in fondo alla Chiesa, per ricordare i due arcipreti defunti (Don Bertoni e Don Beccari), Padre Ruggero da Vezzano che aveva iniziato la costruzione dell’asilo, mai portato a termine.
Nell’anno 1969 la stessa signora Fortunati Giovanna in Donati, regalava le poltroncine in noce scolpito per il celebrante, i ministri e chierichetti.
Sempre nel medesimo anno 1969, nove persone regalavano altri 10 banchi.
Gli ultimi 20 banchi furono regalati da Moscatelli Alfredo e Razzoli Tersilla, i quali regalarono anche la statua di Sant’Antonio da Padova, benedetta dal Vescovo Mons. Giuseppe Fenocchio il giorno Giovedì 14 Giugno dell’anno 1970, inizio del Triduo in preparazione ai festeggiamenti.
Presbiterio intervento strutturale (anni ’70)
Inseriti altare fisso, ambone e leggio in legno.
La chiesa di San Giuseppe è realizzata in muratura portante intonacata, è di notevoli dimensioni e possiede piazzale antistante. La copertura è a capanna, l’impostazione interna è un’unica grande navata voltata; le superfici sono intonacate e volte e parete fondale riccamente affrescate. Grandi vetrate in facciata e nelle pareti laterali permettono una notevole illuminazione naturale.
La facciata è rivestita con lastre di travertino con lesene ed archi ciechi che la adornano. Essi sono realizzati in conci regolari di pietra e dividono la facciata in tre parti; quella centrale, più grande, ospita il grande portale sormontato da una lunetta in cui è rappresentata l’immagine del santo al quale è dedicata la chiesa con in braccio Gesù bambino e la chiesa stessa sullo sfondo; concentrico all’arco, un rosone circolare. Le due laterali invece ospitano due finestre alte e strette. La facciata si chiude verticalmente col timpano.
L’interno è un unico grande spazio profondo. Tre paraste ritmano le pareti laterali e sorreggono le volte a crociera affrescata. Tra una campata e l’altra si sprono grandi finestre che rendono lo spazio interno estremamente luminoso. Sulla parete fondale, totalmente affrescata da una rappresentazione della volta celeste e di schiere di angeli, si apre un arco ribassato che conduce all’abside notevolmente più stretta rispetto alla navata e voltata a botte.