“Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. (Gv 6, 52-59)
Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita. Questo è il pane disceso dal cielo.
L’espressione “bere il sangue” è forte, e può suscitare reazioni negative. C’è chi ha orrore del sangue, chi sviene alla vista del sangue. C’è qualcosa di atavico nel sangue, e i popoli antichi credevano che nel sangue fosse la sede dell’anima, perché sembrava che la vita fuggisse via con l’effusione del sangue. Ma il sangue è il simbolo anche di una unione forte, e infatti si parla dei rapporti familiari come di legami di sangue. Sant’Ignazio di Antiochia usa quest’espressione: mangiare il pane eucaristico e bere il vino significa entrare nel corpo e nell’anima di Cristo. Gli autori moderni preferiscono evitare di parlare di corpo e anima come di fatti distinti e separati, e usano spesso l’espressione “essere, divenire dello stesso sangue di Gesù”.
Con la santa Comunione, infatti, diventiamo parenti di Cristo nella vita eterna: Dio è il nostro vero padre, Maria la nostra vera madre, gli uomini nostri fratelli, perché in tutti circola lo stesso sangue. I doni eucaristici, sono frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Succede qualcosa di simile a quanto è accaduto nella creazione. Il corpo dell’uomo viene plasmato con la polvere della terra (Gen 2,7), ma la vita la “soffia” Dio stesso. Gesù, come Figlio dell’uomo proviene dalla stirpe di Davide, dal genere umano, ma come Figlio di Dio è disceso dal cielo. L’Eucarestia è il pane che proviene dai nostri campi, ma Cristo che è presente in essa viene a noi dal cielo. Per un’antica tradizione che riflette i testi liturgici, attorno al tabernacolo si rappresentano degli angeli: secondo la Bibbia essi appaiono dove c’è Dio, dove il cielo è sulla terra.
(cfr. T.Spidlik – Il vangelo di ogni giorno – Lipa – p.142-143)