Lunedì 31 luglio 2023. Gesù è il nostro bene più grande, fa ripetere il Papa. Importanti anche gli appelli dopo la preghiera mariana
di Michele Brambilla
«Oggi il Vangelo racconta la parabola di un mercante in cerca di perle preziose», dice Papa Francesco per l’Angelus del 30 luglio. Il mercante della parabola, «trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Il Papa osserva anzitutto che «si tratta di un mercante intraprendente, che non sta fermo ma esce di casa e si mette in cerca di perle preziose. Non dice: “Mi bastano quelle che ho”, ne cerca di più belle. E questo è un invito per noi» ad approfondire continuamente la nostra riflessione sui contenuti di fede, «perché il Signore non è ripetitivo, sempre porta novità, la novità dello Spirito, sempre fa nuove le realtà della vita (cfr Ap 21,5)» e noi non dobbiamo mai smettere di cercarLo.
«Il secondo gesto del mercante è trovare. Egli è una persona accorta, che “ha occhio” e sa riconoscere una perla di grande valore»: si tratta di incrementare le nostre capacità di discernimento. «E ultimo gesto del mercante: compra la perla», perché il vero tesoro della vita è proprio Lui, Gesù.
I giovani che sono in cammino in queste ore verso Lisbona sono come il mercante della parabola: cercano la Perla inestimabile. A Lisbona «tantissimi giovani, di tutti i continenti, sperimenteranno la gioia dell’incontro con Dio e con i fratelli, guidati dalla Vergine Maria, che dopo l’annunciazione “si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39)». Il verbo nel Vangelo è riferito al gesto di accorrere al capezzale della cugina Elisabetta, ma è interpretato dal Pontefice in chiave missionaria. Urge una nuova generazione di giovani cattolici, che corrano in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo, senza paura del giudizio umano. Altrimenti si rischia, dice il Santo Padre, la “pensione spirituale”, ovvero avere la dinamicità spirituale di un pensionato! «Quanti giovani sono in pensione», ovvero ragionano già da “vecchi”, secondo le categorie mondane che altre generazioni hanno loro imposto, oppure si sono arresi di fronte alle difficoltà della vita!
Intanto «non cessiamo di pregare per la martoriata Ucraina, dove la guerra distrugge tutto, anche il grano. Questo è una grave offesa a Dio, perché il grano è dono suo per sfamare l’umanità; e il grido di milioni di fratelli e sorelle che soffrono la fame sale fino al Cielo. Faccio appello ai miei fratelli, le autorità della Federazione Russa affinché sia ripristinata l’iniziativa del Mar Nero e il grano possa essere trasportato in sicurezza», chiede Francesco appellandosi, proprio, ad un comune senso di umanità.
Il Papa non dimentica che «il prossimo 4 agosto si conteranno tre anni dalla devastante esplosione nel porto di Beirut. Rinnovo la mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, che sono alla ricerca di verità e di giustizia, e auspico che la complessa crisi del Libano possa trovare una soluzione degna della storia e dei valori di quel popolo. Non dimentichiamo che il Libano è anche un messaggio» rivolto all’umanità, come ribadito più volte dal Magistero.
Il Portogallo e il Libano hanno in comune una forte devozione alla Madonna: il Santo Padre invoca la sua protezione sui giovani che accorreranno da ogni parte del mondo a Lisbona per incontrarlo. Tanti sono già in viaggio proprio in queste ore, compresa la delegazione di Alleanza Cattolica. Francesco andrà loro incontro mercoledì.