Domenica 27 agosto 2023. La domanda sull’identità di Gesù mantiene intatta la sua pregnanza nel tempo. Egli non si stanca di farsi nostro compagno nel cammino di ogni giorno
di Michele Brambilla
La pagina di Vangelo del giorno, dice Papa Francesco per introdurre l’Angelus del 27 agosto, culmina in una domanda: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». «È una domanda che possiamo farci anche noi: cosa dice la gente di Gesù? In genere cose belle: molti lo vedono come un grande maestro, come una persona speciale: buona, giusta, coerente, coraggiosa», elenca il Papa, ma una sola è la risposta corretta.
Infatti «Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma vuole essere protagonista del tuo oggi, del mio oggi; non un profeta lontano: Gesù vuole essere il Dio vicino». «Se fosse solo un personaggio storico», solo un grande uomo, «imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile», se lo dovessimo paragonare all’idea comune di perfezione umana, che si ferma molto più in basso.
«Invece Gesù è vivo: ricordiamo questo, Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa», e quindi è incontrabile, «vive nel mondo, Gesù ci accompagna, Gesù è al nostro fianco, ci offre la sua Parola, ci offre la sua grazia, che illuminano e ristorano nel cammino». Il Papa insiste a dire che, «cari fratelli e sorelle, sulla strada della vita non siamo soli, perché Cristo è con noi, Cristo ci aiuta a camminare, come ha fatto con Pietro e con gli altri discepoli».
«Non scoraggiamoci se a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida. Guardiamo a Gesù, sempre; guardiamo a Gesù che cammina accanto a noi, che accoglie le nostre fragilità, condivide i nostri sforzi e appoggia sulle nostre spalle deboli il suo braccio saldo e gentile. Con Lui vicino, anche noi tendiamoci la mano gli uni gli altri e rinnoviamo» la nostra fiducia nel Signore e nei nostri fratelli.
Il Pontefice anticipa che «giovedì partirò per un viaggio di alcuni giorni nel cuore dell’Asia, in Mongolia. Si tratta di una visita tanto desiderata, che sarà l’occasione per abbracciare una Chiesa piccola nei numeri, ma vivace nella fede e grande nella carità; e anche per incontrare da vicino un popolo nobile, saggio, con una grande tradizione religiosa che avrò l’onore di conoscere, specialmente nel contesto di un evento interreligioso». Sempre con uno sguardo missionario, Francesco rammenta che «oggi si ricorda santa Monica, madre di sant’Agostino: con le sue preghiere e le sue lacrime chiedeva al Signore la conversione del figlio; donna forte, donna brava! Preghiamo per tante mamme, che soffrono quando i figli si sono un po’ perduti o stanno su strade difficili nella vita».