Sabato 20 gennaio 2024

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé» (Marco 3,20-21).
Quando Gesù, nel periodo trascorso sulla terra, si spostava di villaggio in villaggio predicando la Buona Novella di verità e di amore, catturava l’attenzione di quanti lo ascoltavano. Diversamente dagli scribi, che venivano rifiutati a causa della loro ipocrisia, ci viene detto che il Signore stupiva perché «insegnava loro come uno che ha autorità» (Mc 1,22). Il cristiano può lasciare, lì per lì, straniti. Ma a un certo punto si nota perché fa bene ogni cosa. Ciò che fa ha un misterioso sapore di pienezza, assenza di vuoto, lo rende abitante in casa sua, senza che il peccato che lo circonda la corrompa. Ogni comunità umana ha bisogno – e quindi ne va alla ricerca – di responsabili forti e ispiratori che guidino gli altri lungo il cammino della speranza. L’impegno per la verità apre la via alla riconciliazione duratura, attraverso un processo di guarigione che implica il chiedere e il concedere il perdono, due indispensabili elementi di pace. In tal modo, la nostra memoria viene purificata, il nostro cuore reso sereno e il nostro futuro riempito di una speranza ben fondata sulla pace che scaturisce dalla verità. Capita sovente, soprattutto nelle conversioni adulte, che la gente lì per lì non si fidi della religiosità assunta da una persona, seppur con chiaro cambiamento di condotta. Ma poi, proseguendo nella fede, vediamo l’anima fedele procedere con solidità, priva di contraddizioni, sempre più in grado di rendere ragione delle proprie posizioni, vissute con sempre maggiore olio di letizia; la vediamo profonda e permanente, nonostante affronti il prossimo, chiunque esso sia, e tutte le situazioni della vita. Lo fa però con un superiore consiglio, a partire dal cuore. Nella sua persona splende, schiettamente, il cristiano, senza alcun orpello o stampella di sostegno. Questo squisito, autentico, umanesimo ha sempre generato un sommo rispetto nei confronti dei santi, spesso anche da parte dei nemici più acerrimi della Chiesa, che quando erano innanzi a san Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), san Giovanni Bosco (1815-1888), santa Teresa di Calcutta (1910-1997), solo per citarne alcuni, ponevano tutte le diàtribe in secondo piano, per gustare la dolce presenza di un portatore dello Spirito Consolatore. Questo esito umano-soprannaturale ha sempre rappresentato un fatto, contro cui nessuna legge al mondo può opporsi; ha sempre convinto anche i più scettici. È ciò che non può fare l’uomo con le sue sole forze, è il cuore chiarito e riposato in Dio, profumo di Cristo per la vita del mondo.

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