In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14,1-6).
La vita è generalmente paragonata a un pellegrinaggio, dove si deve raggiungere una meta. Prima di partire si studiano il percorso, le diverse possibilità di percorrenza e le tappe prevedibili. Parimenti, chi vuole diventare padre di famiglia, prima di proporsi a una donna, provvede a casa e lavoro: chi si propone un itinerario, studia tutte le possibili soluzioni. Così fu per Abramo e così per Mosè, con tutto il popolo ebreo, per quarant’anni nel deserto del Sinai. Il nuovo Mosè è Gesù Cristo, che si presenta con un’identità imprevedibile. Non illustra nessun percorso geografico, ma dice: «Io sono la via, la verità e la vita». La via è lui stesso. Tutto quanto ci ha mostrato con la sua storia evidenzia una squisita umanità, tutta appetibile per ogni anima; risponde a ogni quesito del cuore umano, compresa la visione del volto del Padre. A questa grande meta conduce solo il falegname di Nazaret, con l’esempio della sua persona.
Spesso succede che la Provvidenza sembra prendersi gioco di noi. Abbiamo programmato con intelligenza e riflessione, anche chiedendo grazia a Dio nelle preghiere del mattino, ma ciò che ci si aspettava non riesce e i progetti vengono scompaginati. L’adagio assai celebre vale anche in questo caso: “L’uomo propone, ma è Dio che dispone”. Troppo spesso ci si attacca ai propri progetti, come se la mente umana potesse conoscere e governare la realtà come solo Dio può. Piuttosto, dobbiamo essere pronti a modificare i nostri programmi in base a quello che Dio dice con i fatti: Dio parla con i fatti. Ho calcolato tre ore per un certo lavoro, ma poi mi accorgo che ne sono indispensabili dieci. Se mi intestardisco su tre, vengo divorato da una fretta che non risolve nulla.
Oltre a questo, il nostro cammino è Cristo, cioè restare sempre in armonia con una persona vivente: è chiaro che non si può programmare in modo matematico una persona viva. Si può solo stare in dialogo fiducioso con lei. Allora i cambi di programma e le esperienze impensabili non saranno mai uno smacco, ma un ottimo regalo, qualcosa di migliore che un santo amico ha preparato per te. Parafrasando un altro famoso adagio: “Gesù ti chiude una porta, per aprirti un portone”.