Domenica 12 maggio 2024. Il Signore, ascendendo al cielo, ci precede nella gloria che sarà anche nostra
di Michele Brambilla
Papa Francesco puntualizza, iniziando il Regina Coeli del 12 maggio, che «oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra la Solennità dell’Ascensione del Signore». Poiché siede alla destra del Padre, come affermiamo nel Credo e cantiamo nel Gloria, «il ritorno di Gesù al Padre ci appare non come uno staccarsi da noi, ma piuttosto come un precederci alla meta, che è il Cielo». L’uomo, che ha compiuto i primi passi in Paradiso, è fatto per la vita eterna, e Gesù, con il suo vero corpo piagato, è già salito dove ci attende tutti.
Il Papa si spiega dicendo che è «come quando in montagna si sale verso una cima: si cammina, con fatica, e finalmente, a una svolta del sentiero, l’orizzonte si apre e si vede il panorama. Allora tutto il corpo ritrova forza per affrontare l’ultima salita. Tutto il corpo – braccia, gambe e ogni muscolo – si tende e si concentra per arrivare in vetta». «E noi, la Chiesa, siamo proprio quel corpo che Gesù, asceso al Cielo, trascina con sé come in una “cordata”»: frase che richiede una precisazione, dato che si potrebbe erroneamente dedurre che l’unico corpo che Cristo possiede coinciderebbe con il Corpo mistico. Gesù è asceso con il suo vero corpo individuale, ma noi, tramite i Sacramenti, siamo realmente incorporati in Lui, come i tralci nella vite. Infatti «è Lui che ci svela e ci comunica, con la sua Parola e la grazia dei Sacramenti, la bellezza della Patria verso la quale siamo incamminati. Così anche noi, sue membra – noi siamo membra di Gesù –, saliamo con gioia insieme con Lui, nostro capo, sapendo che il passo di uno è un passo per tutti, e che nessuno deve perdersi né restare indietro, perché siamo un corpo solo (cfr Col 1,18; 1 Cor 12,12-27)».
Come si fa ad ascendere in cielo dietro a Gesù? «Ascoltiamo bene: passo dopo passo, gradino dopo gradino, Gesù ci mostra la via. Quali sono questi passaggi da fare? Il Vangelo oggi dice: “annunciare il Vangelo, battezzare, scacciare i demòni, affrontare i serpenti, guarire i malati” (cfr Mc 16,16-18); insomma, compiere le opere dell’amore: donare vita, portare speranza, tenersi lontano da ogni cattiveria e meschinità, rispondere al male col bene, farsi vicini a chi soffre. Questo è il “passo dopo passo”. E più noi facciamo così, più ci lasciamo trasformare dallo Spirito», raggiungendo vette sempre più alte e pure.
«Mentre celebriamo l’Ascensione del Signore Risorto, che ci rende liberi e ci vuole liberi», chiosa il Pontefice, «rinnovo il mio appello per uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina, assicurando la disponibilità della Santa Sede a favorire ogni sforzo a tale riguardo, soprattutto per quelli gravemente feriti e malati. E continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, in Israele, in Myanmar».
Un doveroso accenno al fatto che «oggi in tanti Paesi si celebra la festa della mamma; pensiamo con riconoscenza a tutte le mamme», poste sotto la protezione della Madre di Dio.
Francesco ricorda che ricorre anche la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ha come tema «Intelligenza artificiale e sapienza del cuore», dato che «solo recuperando una sapienza del cuore possiamo interpretare le istanze del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana».