Domenica 26 maggio 2024. Il riassunto dell’omelia per la Giornata Mondiale dei Bambini è che possiamo sempre contare sulla SS. Trinità
di Michele Brambilla
Il 26 maggio si tiene a Roma la Giornata Mondiale dei Bambini, voluta da Papa Francesco. Il Papa pronuncia l’omelia e prega l’Angelus, rivolgendosi ai piccoli partecipanti con la semplicità e l’esattezza delle formule del Catechismo.
«Cari bambini, care bambine, siamo qui per pregare, pregare insieme, pregare Dio. D’accordo? Siete d’accordo con questo? Sì? E preghiamo Dio, Dio Padre, Dio Figlio, e Dio Spirito Santo», dice infatti il Santo Padre prima di chiedere «quanti “dei” sono». «Uno in tre persone», è la risposta esatta.
«Chiediamo sempre a Dio, il Padre Nostro, che ci accompagni nella vita e che ci faccia crescere», prosegue il Papa soffermandosi su ciascuna delle Persone divine. L’omelia è dialogata: i bambini rispondono in coro alle domande del Pontefice, come quando chiede «qual è il nome del Figlio? [rispondono: Gesù] Non sento bene! Gesù! E Gesù, preghiamo Gesù perché ci aiuti, perché sia vicino a noi e anche quando facciamo la comunione noi riceviamo Gesù e Gesù ci perdona tutti i peccati».
Insiste molto proprio sul perdono dei peccati. «E’ vero questo, che Gesù perdona tutto? [rispondono: sì] Non si sente, cosa succede… E’ vero? Sì! Ma sempre perdona tutto? [rispondono: sì] Sempre, sempre, sempre? [rispondono: sì] E se c’è un uomo o una donna, peccatore, peccatore, peccatore con tanti peccati Gesù li perdona? [rispondono: sì] Perdona anche il più brutto dei peccatori? [rispondono: sì] Sì! Non dimenticatevi questo: Gesù perdona tutto e perdona sempre e noi dobbiamo avere l’umiltà di chiedere perdono» a Lui.
«Il problema è: chi è lo Spirito Santo? Eh, non è facile, perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi. Noi riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo, lo riceviamo nei Sacramenti. Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita», come il Papa fa ripetere ai ragazzi. «Così, carissimi fratelli e sorelle, bambini e bambine, siamo tutti felici perché crediamo. La fede ci fa felici» perché, grazie ad essa, costruiamo sulla roccia e camminiamo su una strada sicura.
La preghiera mariana è introdotta con un’altra domanda: «Grazie tante a voi, ma per essere sicuro, i cristiani, anche abbiamo una mamma, come si chiama la nostra mamma? Come si chiama la nostra Madre del Cielo? [rispondono: Maria] Voi sapete pregare la Madonna? [rispondono: sì] Sicuro? Facciamolo adesso, voglio sentire… [recitano l’Ave Maria]».
Dopo aver recitato l’Angelus, il Pontefice dà già appuntamento alla prossima GMB, fissata nel settembre 2026. Inizia, così, un itinerario che si affianca all’ormai consueto calendario delle GMG.
Nel congedare i pellegrini, Francesco li invita a salutare «i vostri genitori, i vostri amici, ma soprattutto avete visto che quando hanno portato il pane e il vino, c’erano bambini, anche c’era un nonno: salutate i nonni! D’accordo?».