Mercoledì 12 giugno 2024

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli» (Matteo 5,17-19).


Gesù conferma il decalogo e ne fa la base del comandamento nuovo dell’amore. Però l’opera di perfezionamento e approfondimento operata dal Salvatore non riguarda unicamente la formulazione della legge morale, ma soprattutto il modo assai più spirituale di osservarla, praticamente “mariano”, per il quale dalla minima osservanza materiale – «non uccidere» – si passa a un ben più santo contegno: «Chiunque si adira con il fratello sarà sottoposto al giudizio» (Mt 5,21-22). Gesù vuole fare di noi una sorgente zampillante di vita eterna, affinché chiunque ci incontra ne possa bere.

Nel Vangelo sono più volte riportate le aspre polemiche di Gesù nei confronti dei farisei e degli scribi, a causa di due gravi loro mancanze. Avevano appesantito i comandamenti divini con una serie di precetti umani; peggio ancora, la loro osservanza era solo esteriore, priva di vera adesione del cuore. Al contrario, l’ultima istanza morale deve essere un atto d’amore. Gesù spiega questo mediante una serie di antitesi tra il modo antico, legato alla legge di Mosè, e il suo modo nuovo, legato all’amore pieno di Dio.

Questo modo di parlare di Gesù, «Io vi dico…», suscitava una grande impressione tra la gente, che restava spaventata, perché con quell’«io» così rimarcato Gesù si arrogava la stessa autorità di Dio, sorgente della legge. La grande novità è appunto questa: lui stesso riempie i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che è in lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo acquisire lo Spirito che ci rende capaci di vivere l’amore divino. Perciò ogni precetto diviene un’esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: «Ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso».

La prima grande predicazione di Gesù è detto discorso della montagna, perché fu effettivamente pronunciato mente Gesù sedeva sulla cima di un monte, come anche Mosè salì sul Monte Sinai per ricevere le tavole dei dieci comandamenti e portarle al popolo eletto. Gesù discende dal cielo per dirci che lui stesso è la via: non serve fare altro che seguire lui e la volontà del Padre, in cui lui stesso ha sempre riposato.

 

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