Mercoledì 19 giugno 2024. I Salmi come poesia dello Spirito Santo che possiamo fare nostra quotidianamente
di Michele Brambilla
«In preparazione al prossimo Giubileo», dice Papa Francesco all’inizio dell’udienza del 19 giugno, «ho invitato a dedicare l’anno 2024 “a una grande “sinfonia” di preghiera”». Il Papa fa riferimento, in particolare, ai Salmi, che sono «una sinfonia di preghiera il cui compositore è lo Spirito Santo».
«I Salmi hanno avuto un posto privilegiato nel Nuovo Testamento. Infatti, vi sono state e vi sono ancora edizioni che contengono insieme il Nuovo Testamento e i Salmi. Sulla mia scrivania ho un’edizione in ucraino di Nuovo Testamento e Salmi, di un soldato morto in guerra, che mi hanno inviato; lui pregava al fronte con questo libro», rammenta Francesco. «Ciò che più raccomanda i salmi alla nostra accoglienza è che essi sono stati» soprattutto «la preghiera di Gesù, di Maria, degli Apostoli e di tutte le generazioni cristiane che ci hanno preceduto. Quando li recitiamo, Dio li ascolta con quella grandiosa “orchestrazione” che è la comunione dei santi». Lo stesso «Gesù, secondo la Lettera agli Ebrei, entra nel mondo con nel cuore il versetto di un salmo: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (cfr Eb 10,7; Sal 40,9); e lascia il mondo, secondo il Vangelo di Luca, con un altro versetto sulle labbra: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46; cfr Sal 31,6)».
I Salmi sono una componente essenziale della liturgia della Chiesa: il Papa cita in proposito sant’Ambrogio, laddove parla di «dolce libro dei Salmi» (Commento ai Salmi I, 4, 7). «Io mi domando: voi pregate con i salmi qualche volta? Prendete la Bibbia e pregate un salmo», consiglia il Pontefice esemplificando. «Per esempio, quando siete un po’ tristi per aver peccato, pregate il Salmo 50», ovvero il Miserere. «È stato scritto che, in un certo senso, dobbiamo diventare noi stessi “autori” dei salmi, facendoli nostri e pregando con essi» e «se ci sono dei salmi, o solo dei versetti, che ci parlano al cuore, è bello ripeterseli e pregarli durante il giorno. I Salmi sono preghiere “per tutte le stagioni”: non c’è stato d’animo o bisogno che non trovi in essi le parole migliori per trasformarli in preghiera».
«I Salmi ci permettono di non impoverire la nostra preghiera riducendola solo a richieste, a un continuo “dammi, dacci…”. Impariamo dal Padre nostro, che prima di chiedere il “pane quotidiano” dice: “Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. I Salmi ci aiutano ad aprirci a una preghiera meno centrata su noi stessi» e più in sintonia con tutta la Chiesa.
A proposito di intenzioni di preghiera, la presenza degli Amici del cardinale Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina (1922), «mi fa pensare al caro popolo cinese. Preghiamo sempre per questo popolo nobile e così coraggioso, che ha una cultura così bella».