Sabato 29 giugno 2024

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Matteo 16,13-19).


Una tesi sociologica descrive gli interessi del cuore umano nel dispiegarsi degli anni. Fino ai vent’anni si fa poesia, dai venti ai trenta si fa filosofia, dai trenta ai quaranta si fa sociologia, dai quaranta in su si pensa al denaro. Effettivamente c’è una base di verità, che però rivela un continuo ribassamento verso le preoccupazioni più concrete. Sembra un continuo affievolimento di slancio esistenziale, per essere dominati dalla preoccupazione del futuro.

L’apostolo Pietro, con la sua massima professione di fede cristologica, smentisce questa decadenza. Simone divenne Pietro e pietra angolare della Chiesa perché dalla sua retta visione della persona di Gesù sapeva sempre trarre un grande slancio vitale. Accoglie Gesù nella sua divina regalità e non è più solo uomo, ma discepolo del Salvatore. Per realizzare la sua natura umana Pietro non si accontenta di un magistero soltanto umano, bensì si mette alla scuola di colui che è uomo ma anche Dio.

Chi è Gesù? Dalla risposta a questo grande enigma dipende tutta la nostra pace. Nessuno può sfuggire, per quanto tenti di distrarsi, al primo interrogativo della nostra vita. Pietro dà la risposta che sarà sempre tale e quale nei secoli avvenire: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». La vita è di Gesù. Lui è perennemente vivo e la sua morte in croce non ha potuto trattenerlo, è risorto ed oggi è vivo. Questo è il Magistero di Pietro che tutt’ora vige a Roma.

Chi è dunque la persona umana capace di contemplare il creato, vivere nella preghiera e nella verità, esuberante di vita e di carità? È colui che ha conosciuto Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente. Apre il Vangelo e legge una parola alla volta, come se gustasse miele, ed applica tutto il cuore, la mente e la forza alla sua comprensione. Non manca il Salvatore a dare risposta, chiarire il cuore ed elargire il gaudio della sua dolcissima presenza.

 

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