Domenica 14 luglio 2024. Il Papa suggerisce di fare proprie le indicazioni di Gesù ai primi missionari
di Michele Brambilla
Papa Francesco nell’Angelus del 14 luglio parla della prima volta in cui Gesù invia i discepoli come missionari (cfr Mc 6,7-13). Sottolinea che «li invia “a due a due” e raccomanda una cosa importante: di portare con sé solo il necessario».
«Fermiamoci un momento su questa immagine: i discepoli sono inviati insieme, e devono portare con sé solo il necessario», evidenzia ancora il Papa. «Il Vangelo non si annuncia da soli, no: si annuncia insieme, come comunità, e per questo è importante saper custodire la sobrietà: saper essere sobri nell’uso delle cose, condividendo le risorse, le capacità e i doni, e facendo a meno del superfluo. Perché? Per essere liberi: il superfluo ti fa schiavo», dice il Pontefice. La sobrietà è consigliata anche «perché tutti abbiano ciò che serve a vivere in modo dignitoso e a contribuire attivamente alla missione».
Non si tratta di guardare solo ai beni materiali. Il Santo Padre invita ad «essere sobri» anche «nei pensieri, essere sobri nei sentimenti, abbandonando i preconcetti,abbandonando le rigidità che, come bagagli inutili, appesantiscono e intralciano il cammino, favorendo invece il confronto e l’ascolto, e rendere così più efficace la testimonianza».
Francesco suggerisce di esaminare «cosa succede nelle nostre famiglie o nelle nostre comunità, quando ci si accontenta del necessario, anche con poco, con l’aiuto di Dio, si riesce ad andare avanti e ad andare d’accordo, condividendo quello che c’è, rinunciando tutti a qualcosa e sostenendosi a vicenda», dato che «questo è già un annuncio missionario, prima e più ancora delle parole, perché incarna la bellezza del messaggio di Gesù nella concretezza della vita. Una famiglia o una comunità che vivono in questo modo, infatti, creano attorno a sé un ambiente ricco d’amore, in cui è più facile aprirsi alla fede e alla novità del Vangelo, e da cui si riparte migliori, si riparte più sereni. Se al contrario ognuno va per conto suo, se ciò che conta sono solo le cose – che non bastano mai –, se non ci si ascolta, se prevalgono l’individualismo e l’invidia – l’invidia è una cosa mortale, un veleno! – l’aria si fa pesante, la vita difficile, e gli incontri diventano più occasione di inquietudine, di tristezza e di scoraggiamento che occasione di gioia».
Dopo la preghiera mariana, «invio il mio saluto ai fedeli polacchi radunati al Santuario della Madonna Nera di Częstochowa, in occasione del pellegrinaggio annuale della famiglia di Radio Maria». «La Madre di Dio, che dopodomani celebreremo come Beata Vergine del Monte Carmelo, doni conforto e ottenga la pace a tutte le popolazioni che sono oppresse dall’orrore della guerra. Per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar», elenca poi il Pontefice come sempre.