In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!». (Mt 23, 23-26)
Guai a voi che pagate la decima sulla menta, il cumino e l’anéto…Questa è la quarta invettiva di Gesù che rimprovera la cecità e il formalismo dei farisei, che si preoccupano di osservare le minuzie della Legge, mentre trasgrediscono i comandamenti principali. Era prescritto di consegnare la decima parte del grano, del mosto e dell’olio ai sacerdoti per il culto sacro nel tempio. I farisei per zelo estendevano la prescrizione anche agli ortaggi e alle erbe aromatiche, come la menta, l’anéto e il cumìno.
A queste tre piante Gesù contrappone tre precetti trascurati dai giudei: la giustizia nei rapporti col prossimo, la misericordia a imitazione della bontà divina, la fedeltà nel mantenere le promesse fatte, come Dio stesso nella sua fedeltà incrollabile. Gesù non disapprova queste osservanze, quando sono sincere. Tutt’altro invece, quando servivano a sottrarsi al ben più serio impegno dell’adesione dal cuore, agli insegnamenti di Dio. Il loro rapporto col Padre era falsato dalla vanagloria.
“Guide cieche che filtrate il moscerino…”, era usanza dei giudei filtrare le bevande con un pezzo di stoffa per non ingoiare gli insetti che rendevano impuri. I farisei contemporaneamente non esitavano ad ingoiare il cammello, che era un animale impuro, per arricchire i loro lauti banchetti. Tanto affanno per minuzie per poi tralasciare precetti ben più importanti.
Anzich’é convertirsi, accogliendo il vangelo, si sposta la propria vita di fede su pratiche che sono un illusorio addolcimento della coscienza; pratiche che divengono ossessive quando non accetti che l’oscuro signore di questo mondo ti supera e devi accettare di essere salvato da Gesù. Anche la preghiera e la confessione sono opere di un povero peccatore perdonato e non saranno mai perfette se osservate con uno sguardo prettamente umano, ma non è questo il dunque. Umanamente è impossibile confessarsi, risolve tutto l’azione salvifica di Gesù.
Quando una pratica religiosa diviene ossessiva e ansiogena gli va dato un taglio netto e ci si affida alla grazia di Dio. Questa è una grave questione di ogni religione che Gesù ha riscontrato nel suo tempo, ma che si può verificare, purtroppo, anche nella cristianità. Perciò le parole di Gesù nel Vangelo di oggi contro scribi e farisei devono fare riflettere ognuno di noi.