Domenica 25 agosto 2024. Appello del Papa per la libertà religiosa in Nicaragua e Ucraina
di Michele Brambilla
Come evidenzia Papa Francesco nelle parole per l’Angelus del 25 agosto, «oggi il Vangelo della liturgia (Gv 6,60-69) ci riferisce la celebre risposta di San Pietro, che dice a Gesù: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68)», che per il Papa è proprio «un’espressione bellissima, che testimonia l’amicizia e la fiducia che lo legano al Cristo, assieme agli altri discepoli».
Francesco specifica che «Pietro la pronuncia in un momento critico, perché Gesù ha appena terminato un discorso in cui ha detto di essere il “pane disceso dal cielo” (cfr Gv 6,41): questo è un linguaggio difficile da capire per la gente, e molti, anche discepoli che lo seguivano, lo hanno abbandonato, perché non capivano. I Dodici invece no: sono rimasti, perché in Lui hanno trovato “parole di vita eterna”. Lo hanno sentito predicare, hanno visto i miracoli che ha compiuto e continuano a condividere con Lui i momenti pubblici e l’intimità della vita quotidiana».
Questo non significa che tra gli Apostoli non ci fossero dubbi o perplessità: infatti «non sempre i discepoli comprendono quello che il Maestro dice e fa; a volte faticano ad accettare i paradossi del suo amore (cfr Mt 5,38-48), le esigenze estreme della sua misericordia (cfr Mt 18,21-22), la radicalità del suo modo di donarsi a tutti». La dilatazione universale del cuore di Dio è, invece, il contenuto fondamentale della predicazione di Gesù.
«Non è facile seguirlo» sul punto, neppure al giorno d’oggi, «eppure, tra i tanti maestri di quel tempo, Pietro e gli altri apostoli hanno trovato solo in Lui la risposta alla sete di vita, la sete di gioia, la sete di amore che li anima; solo grazie a Lui hanno sperimentato la pienezza di vita che cercano, oltre i limiti del peccato e perfino della morte».
Per tutto agosto si è parlato del “vaiolo delle scimmie”, che imperversa soprattutto in Africa: il Santo Padre invita «i governi e le industrie private a condividere la tecnologia e i trattamenti disponibili, affinché a nessuno manchi l’adeguata assistenza medica».
Il Papa si rivolge, poi, «all’amato popolo del Nicaragua: vi incoraggio a rinnovare la vostra speranza in Gesù. Ricordate che lo Spirito Santo guida sempre la storia verso progetti più alti. La Vergine Immacolata vi protegga nei momenti della prova e vi faccia sentire la sua tenerezza materna» in questo momento di forte persecuzione anticattolica.
E a proposito di persecuzioni religiose, «pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti». Il riferimento è alla soppressione per legge della giurisdizione canonica del patriarcato di Mosca sulle diocesi e le chiese che in Ucraina dipendono formalmente da essa, con l’obbligo per migliaia di fedeli ortodossi di aderire al nuovo patriarcato ucraino, istituito nel 2018 con il consenso di Costantinopoli. Più di un prete legato canonicamente a Mosca è stato effettivamente sorpreso a ripetere dal pulpito anche la propaganda bellicista: il Pontefice ne è al corrente e aggiunge che, «se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato. E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano», che si parli di Nicaragua o di Europa orientale.