In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». (Lc 13, 18-21)
Un seme è sempre minuscolo rispetto al frutto della sua germinazione. Ha in sé la vita e cresce secondo il progetto di Dio. Gesù usa questo paragone direttamente sulla Chiesa, e quanto vediamo in duemila anni di storia, ce ne danno ampia conferma. I pellegrini che vengono a Roma visitano le tombe di Pietro e Paolo, che non erano altro che due ebrei sconosciuti, piccoli e insignificanti rispetto alla grandezza imperiale della capitale. Nonostante questo, quando nel 410 d.C. Alarico, re dei Visigoti saccheggiò Roma, ordinò alle sue orde barbariche di fermarsi innanzi alle basiliche dei santi apostoli Pietro e Paolo, per sommo rispetto a loro stessi e alla Chiesa. E’ quanto si ripete anche oggi, dove tutti i poteri sembrano più forti della Chiesa Cattolica, ma essa sopravvive perché ha in sé la vita. Gli uccelli, di cui parla la parabola, secondo alcuni sarebbero i popoli divenuti cristiani. Una Chiesa molto sfarzosa esteriormente attrae a sé tanta gente, e nei periodi più fiorenti si è tentati di vantarsi della propria forza. Ma non sta in questo la forza del regno di Dio. L’albero non è forte perché fra i suoi rami molti uccelli nidificano. Per essere forte deve avere radici profonde ed un tronco robusto capace di resistere alle tempeste. La tentazione di tanti sociologi, oggi, è cercare la ragione del successo della Chiesa nelle cause politiche e culturali. Certamente esse hanno influenzato le istituzioni ecclesiastiche, ma sono solo la terra da cui l’albero cresce. La sua vera forza è il seme della vocazione divina.
E’ quanto viviamo tutti giorni quando “cominciamo con Dio”, e con la preghiera del mattino accolgo il seme divino di ogni giornata che Dio dona. Tutto procede con lo sguardo limpido di chi vede le occasioni di operare il bene che Dio manda. Anche oggi constato che tutto è andato in porto. Sembra proprio che nella vita vi sia una mano potente che ti segue in tutti gli eventi della giornata, la quale si colma della presenza del Santo Spirito. Anche se si vive di opere che paiono semplicemente quotidiane, insignificanti, chi le ha vissute, nel cuore è privo di sintomi di morte. La sua pace è potente. Travolge tutte le tristezze e le insicurezze del prossimo che, quando ti incontra, può bere alla sorgente della vita eterna.