Una pagina bianca nelle mani del Signore

Mercoledì 13 novembre 2024. Anche noi dobbiamo quotidianamente dire i nostri “eccomi” e “fiat”

di Michele Brambilla

Papa Francesco nell’udienza del 13 novembre si concentra sul modo con il quale lo Spirito Santo ha operato in Maria, perché «nella tradizione cattolica c’è questo motto, questo detto: “Ad Iesum per Mariam”, cioè “a Gesù per mezzo di Maria”. La Madonna ci fa vedere Gesù», è odigitria, come dice la tradizione orientale, dato che «mai la Madonna indica sé stessa».

Il Papa insiste su Maria perché ella, in quanto Immacolata, fu la prima ad essere pienamente «una lettera scritta con lo Spirito del Dio vivente. Proprio per questo, ella può essere “conosciuta e letta da tutti gli uomini” (2 Cor 3,2), anche da chi non sa leggere libri di teologia, da quei “piccoli” ai quali Gesù dice che sono rivelati i misteri del Regno, nascosti ai sapienti (cfr Mt 11,25)». La citazione della seconda lettera di san Paolo ai Corinzi serve a rimarcare che l’apostolo «definisce la comunità cristiana “una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani” (2 Cor 3,3)».

Tutti i cattolici sono quindi chiamati a divenire una lavagna nelle mani dello Spirito Santo. «Dicendo il suo “sì” – quando Maria accetta e dice all’angelo: “sì, si faccia la volontà del Signore” e accetta di essere la mamma di Gesù –, è come se Maria dicesse a Dio: “Eccomi, sono una tavoletta da scrivere: lo Scrittore scriva ciò che vuole, faccia di me ciò che vuole il Signore di tutto”», insiste il Santo Padre. «Il “sì” di Maria all’angelo – ha scritto un noto esegeta – rappresenta “il vertice di ogni comportamento religioso davanti a Dio, poiché ella esprime, nella maniera più elevata, la passiva disponibilità unita all’attiva prontezza, il vuoto più profondo che si accompagna alla più grande pienezza”», dice il Pontefice citando «H. Schürmann, Das Lukasevangelium, Friburgo in Br. 1968: trad. ital. Brescia 1983, 154». Ad ogni modo, «in mezzo al profluvio interminabile di parole dette e scritte su Dio, sulla Chiesa e sulla santità (che pochissimi, o nessuno, è in grado di leggere e capire per intero) lei ci suggerisce due sole parole che tutti, anche i più semplici, possono pronunciare in ogni occasione: “Eccomi” e “fiat”. Maria è colei che ha detto “sì” al Signore e con il suo esempio e la sua intercessione ci spinge a dire anche noi il nostro “sì” a Lui, ogni volta che ci troviamo dinanzi a una obbedienza da attuare o a una prova da superare».

«In ogni epoca della sua storia, ma in particolare in questo momento, la Chiesa si trova nella situazione in cui la comunità cristiana era all’indomani dell’Ascensione di Gesù al cielo»: come nei primi secoli «deve predicare il Vangelo a tutte le genti, ma è in attesa della “potenza dall’alto” per poterlo fare. E non dimentichiamo che in quel momento, come si legge negli Atti degli Apostoli, i discepoli erano riuniti intorno a “Maria, la madre di Gesù” (At 1,14)». La nuova evangelizzazione, pare dire il Pontefice, non dipende da un elaborato piano pastorale o da una teologia in grado di vincere tutte le aporie della ragione postmoderna usando la logica, ma deve avere alla base una fede umile, profonda, integralmente vissuta, che non dimentichi l’indispensabile apporto mariano, ma gli dia il giusto rilievo, contro i pregiudizi che ancora gravano sul culto a Maria in certi ambienti teologici “aggiornati”. Lo stesso san Luca, autore di uno dei Vangeli canonici e degli Atti degli Apostoli, «volutamente mette in risalto la corrispondenza tra la venuta dello Spirito Santo su Maria nell’Annunciazione e la sua venuta sui discepoli a Pentecoste, usando alcune espressioni identiche nell’uno e nell’altro caso». 

La devozione mariana fa miracoli: è lo stesso Francesco, parlando ai pellegrini polacchi, a ricordare che «avete appena commemorato l’anniversario della riconquista dell’indipendenza, per la quale il popolo polacco ha combattuto anche con il rosario in mano». 

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