Martedì 3 dicembre 2024

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». (Lc 10, 21-24)


Come afferma papa Francesco (Messa alla Casa Santa Marta del 3 dicembre 2013), nel Vangelo possiamo intravedere l’anima di Gesù, il cuore di Gesù: un cuore gioioso. Noi pensiamo sempre a Gesù quando predicava, quando guariva, quando camminava, andava per le strade, anche durante l’Ultima Cena. Manca l’abitudine ad osservare il Messia gioioso e sorridente. Gesù invece era pieno di gioia! In quell’intimità con suo Padre: Esultò di gioia nello Spirito Santo e lodò il Padre (Questo versetto è detto da più autori: Il Magnificat Cristiano).  E’ proprio il mistero interno di Gesù, quel rapporto con il Padre nello Spirito. E’ la sua gioia interna, la sua gioia interiore che Lui dà a noi. E questa gioia è la vera pace: non è una pace statica, quieta, tranquilla. La pace cristiana è una pace gioiosa, perché il nostro Signore è gioioso. E Gesù, che è gioioso, quando parla del Padre, Lo ama tanto che non può parlarne senza gioia. Il nostro Dio è gioioso. E Gesù ha voluto che la sua sposa, la Chiesa, anche lei fosse gioiosa. Non si può pensare una Chiesa senza gioia e la gioia della Chiesa, è proprio questo: annunciare il nome di Gesù. Dire: “Lui è il Signore. Il mio Sposo è il Signore. E’ Dio. Lui ci salva, Lui cammina con noi”. E questa è la gioia della Chiesa, la quale, proprio in questa gioia di sposa, diventa madre. Paolo VI diceva: “la gioia della Chiesa è proprio evangelizzare, procedere annunciando il suo Sposo e trasmettere questa gioia ai figli che lei fa nascere, che lei fa crescere”.  La pace che procede a contatto quotidiano col mondo, è una pace di gioia, una pace di lode, una pace che possiamo dire rumorosa nella lode, una pace feconda nella maternità di nuovi figli. Una pace che viene proprio nella gioia della lode alla Trinità e della evangelizzazione, nell’andare ai popoli a dire chi è Gesù. Pace e gioia. Gesù, con “una dichiarazione dogmatica”, afferma: “Tu hai deciso così di rivelarti non ai sapienti ma ai piccoli”. Anche nelle questioni tanto serie come questa, Gesù è gioioso, come anche la Chiesa è gioiosa. Deve essere gioiosa. Anche nella sua vedovanza – perché la Chiesa ha una parte di configurazione nella vedova che aspetta il suo sposo – la Chiesa è gioiosa nella speranza. Il Signore dia a tutti noi questa gioia, la gioia di Gesù, lodando il Padre nello Spirito. La stessa gioia che pervade la nostra madre Chiesa nell’evangelizzare, nell’annunciare il suo Sposo.

 

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