In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». (Mt 11, 11-15)
Vorrei che le parole di Gesù mi consolassero e basta, e invece, quando c’è scritto: “Il regno dei cieli soffre violenza, e i violenti se ne impadroniscono!” vado in tensione. Vorrei starmene tranquillo, dare il Paradiso per scontato.
Purtroppo questo è il clima spirituale di tante persone, quando viene edulcorato e super adattato il Vangelo del Calvario. Nessun quieto vivere è condivisibile sul Calvario. Chi vuole combattere la Chiesa la distacca dalla croce, dove emerge la serenità del Salvatore, pur provato da un duro martirio. Il Signore è misericordioso, anche se commettessimo il peggiore dei crimini Lui ci perdonerebbe. È così! Ne siamo convinti oggi più che mai, dopo duemila anni di tanti santi e beati che furono grandi peccatori prima di tornare a Cristo.
È altrettanto vero però che ogni giorno sperimento, Vangelo o no, che la vita è scomoda, è dura! Madre Teresa di Calcutta scriveva: “La vita è una lotta! Accettala!“. Faccio esperienza quotidianamente che c’è un ladro prepotente e invidioso che vuole rubarmi la pace, la bellezza, la gioia e la forza. C’è uno sforzo, una violenza che dobbiamo esercitare per non farci rubare Dio. Non viene sempre proprio spontaneo credere in Dio, credere che Lui sia buono, pregare e cercare una relazione con Lui. C’è di più: troppe volte sperimentiamo quanto siamo deboli. Quando voglio “combattere” contro il male, miseramente fallisco. Eppure, Giovanna D’arco! Una ragazzina che è riuscita con l’aiuto di Dio a guidare l’esercito di Francia e portarlo alla vittoria. Una ragazzina da sola, che riuscì a muovere l’esercito di Francia! Ancora, mi viene in mente il piccolo Davide che sconfigge Golia il gigante. Lo dice anche il Vangelo di oggi che nel Regno dei cieli il più piccolo è il più grande. Dei violenti ci vogliono rubare il Regno dei Cieli, c’è solo un modo per vincere e non soccombere, affrontare questa sfida aggrappati a Dio, come i bambini. La salvezza comincia con la fede e la speranza. La fede è destinata a crescere e a divenire visione, e Giovanni vede il Messia. Una storia simile si ripete di continuo, simbolicamente, nella nostra vita. Quando crediamo in Dio e gli diamo piena fiducia, arriva il momento in cui vediamo e sperimentiamo che abbiamo fatto bene, che Dio è con noi. Dagli inizi fino ad oggi la Chiesa è sempre stata più o meno perseguitata. Dobbiamo tenerne conto, questa è la sua storia. La Chiesa “minuscola” siamo noi stessi, perciò anche nella nostra storia personale ogni decisione per il bene incontrerà resistenza. Sant’Ignazio di Loyola diceva che è proprio l’avversità che assicura ad un cristiano di aver fatto la scelta giusta. Nella letteratura monastica si attribuiva al versetto odierno, attinente alla violenza, un altro significato. Il regno di Dio, la Chiesa, i doni dello Spirito Santo sono già qui, fra noi, a nostra disposizione. Eppure costa fatica convertirsi e seguire veramente Cristo. L’uomo deve costringersi, farsi violenza. Sono i “violenti” nel senso positivo del termine, che si impossessano del Regno di Dio. E’la stessa conclusione dell’ “Imitazione di Cristo”: “Progredirai nella misura in cui ti farai violenza”.