Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. (Mt 17, 10-13)
Verrà Elia e ristabilirà ogni cosa
Il popolo ebraico credeva nella venuta del profeta, a cui attribuiva un grande potere di rinnovamento. Il profeta Giovanni Battista predicò con entusiasmo un rinnovamento, ma non tutti cambiarono vita. Le parole appassionate e l’esempio personale possono avere molta influenza sulla gente. Ma spesso il cambiamento è solo apparente.
San Basilio riflette su questo problema quando parla della questione dell’educazione. Cominciavano, al suo tempo, le cosiddette scuole monasteriali, in cui si accoglievano ragazzi per educarli alla vita spirituale. San Basilio si chiede: avranno successo? Che cosa possiamo davvero dare a questi giovani? E risponde: possiamo dare tre cose, insegnare buoni principi di vita, dar loro un buon esempio, abituarli alla buona condotta e alla preghiera. Ma il resto dipenderà dalla libera volontà dell’adolescente. Se deciderà per il bene, saprà già di cosa si tratta e ci sarà già abituato. Ma se rifiuterà la buona scelta, nessuna buona educazione potrà costringerlo al bene.
I profeti preparano la venuta di Cristo, ma l’incontro personale con lui rimane totalmente libero. L’istruzione religiosa è pedagogia, come lo è tutto l’Antico Testamento. C’è però una differenza grande tra questo insegnamento e quello del canto, o della pittura, o della poesia, il cui apprendimento è legato al talento. La vita religiosa non è solo materia d’insegnamento. Chi sa cantare riceve applausi e lodi. Ma non può contare sul successo chi ha scelto di seguire Cristo, anzi: sarà avversato da molti, e numerosi saranno anche coloro che combatteranno chi lo segue. I santi erano ben consapevoli di questa situazione, perciò ogni volta che sceglievano il bene si aspettavano odio e difficoltà. Anzi, le avversità li confermavano nella convinzione di essere sulla giusta strada. Così, con coraggio, andavano avanti.