La Luce splende nelle tenebre

Domenica 5 gennaio 2025. L’amore di Dio vince su tutto

di Michele Brambilla

Introducendo l’Angelus del 5 gennaio, Papa Francesco sottolinea il versetto evangelico: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1,5), perché ci ricorda «quanto è potente l’amore di Dio, che non si lascia vincere da nulla e che, al di là di ostacoli e rifiuti, continua a risplendere e a illuminare il nostro cammino».

«Lo vediamo nel Natale, quando il Figlio di Dio, fattosi uomo, supera tanti muri e tante divisioni. Affronta la chiusura di mente e di cuore dei “grandi” del suo tempo, preoccupati più di difendere il potere che di cercare il Signore (cfr Mt 2,3-18). Condivide la vita umile di Maria e Giuseppe, che lo accolgono e crescono con amore, ma con le possibilità limitate e i disagi di chi non ha mezzi: erano poveri. Si offre, fragile e indifeso, all’incontro con i pastori (cfr Lc 2,8-18), uomini dal cuore segnato dalle asprezze della vita e dal disprezzo della società; e poi con i Magi (cfr Mt 2,1), che spinti dal desiderio di conoscerlo affrontano un lungo viaggio e lo trovano in una casa di gente comune», elenca il Pontefice. «Di fronte a queste e a tante altre sfide, che sembrano contraddizioni, Dio non si ferma mai»: continua, invece, a cercare «mille modi per arrivare a tutti e a ciascuno di noi, là dove ci troviamo, senza calcoli e senza condizioni, aprendo anche nelle notti più oscure dell’umanità finestre di luce che il buio non può coprire (cfr Is 9,1-6)».

Questa «è una realtà che ci consola e che ci dà coraggio, specialmente in un tempo come il nostro, un tempo non facile, dove c’è tanto bisogno di luce, di speranza e di pace, un mondo dove gli uomini a volte creano situazioni così complicate che sembra impossibile uscirne», se non si apre il cuore al Signore. Il Vangelo oggi «ci chiama a imitare il Dio dell’amore, aprendo spiragli di luce dovunque possiamo, con chiunque incontriamo, in ogni contesto: familiare, sociale, internazionale», compiendo, se necessario, il primo passo. 

In quest’ottica «continuiamo a pregare per la pace, in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar, Sudan. La Comunità internazionale agisca con fermezza perché nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario», in particolare per quanto riguarda la preservazione dei civili e di alcuni servizi rivolti a tutti, come scuole e ospedali. 

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