Lunedì 10 febbraio 2025

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.(Mc 6, 53-56)


Non si può separare il corpo dallo spirito. Chi guarisce deve guarire integralmente la persona umana. Questa visione concorda con la medicina moderna dove tutte le malattie hanno più o meno un’origine psicosomatica, anche se batterica, in quanto le difese immunitarie non hanno agito adeguatamente, perché l’equilibrio psichico era scosso. Dopo la sua risurrezione Gesù ha trasmesso la potenza della guarigione ai suoi apostoli: “E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non arrecherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16, 17-18). Il miracolo consegue alla fede. Gesù afferma: “La tua fede ti ha guarito” non dice mai “Dio ti ha guarito”. Questo è il punto focale del rapporto con il nostro Signore eterno. Gesù ha guarito tante persone dalla cecità. Al cieco di Betsaida prima stende saliva sugli occhi e impone le mani, poi ancora le impone e giunge la completa guarigione (Mc 8, 23-25). Ad altri due ciechi, pone le mani a contatto con i loro occhi e aggiunge: “Sia fatto a voi secondo la vostra fede” e riebbero la vista (Mt 9, 29). Ha guarito anche molti paralitici. All’infermo costretto su una barella disse: “Alzati prendi il tuo lettuccio e va a casa tua”. Egli si alzò e andò a casa sua (Mt 9, 6-7). La più stupefacente guarigione, attuata con la sola parola e fatta distanza, è quella del servo del centurione. “Va’ e sia fatto secondo a tua fede. In quel momento il servo fu guarito” (Mt 8,13). Non sorprende che Gesù si trovasse folle di malati innanzi a casa. Un malato, quando rientra a casa propria dopo una degenza ospedaliera, vive un momento di gioia grande. Molto più innanzi ad una guarigione istantanea, legata alla fede. Il più grande miracolo è gustare l’amore di Dio. Nel Dizionario di Teologia Cattolica, Charles Ruch scrive: “Il carisma delle guarigioni, legato, in certo modo, alla santità della persona, è destinato all’edificazione della Chiesa, manifestazione di quel potere miracoloso che Cristo ha esercitato su ogni malattia e infermità”. Il carisma della guarigione è donato come in segno rivelativo dell’onnipotenza di Dio e del suo cuore tenero di Padre. Esulta l’essere umano, innanzi a questa presenza del Padre, desiderio indefinito di ogni cuore.

 

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