Domenica 16 febbraio 2025. Il Papa dal Policlinico Gemelli ringrazia tutti i fedeli per le preghiere che, in queste ore di malattia, lo sostengono, rinnova i suoi appelli per la pace e sottolinea l’importanza anche sociale della via pulchritudinis
di Michele Brambilla
Papa Francesco è di nuovo ricoverato al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma a causa della malattia respiratoria che continua ad affliggerlo. Il 16 febbraio non è previsto che reciti l’Angelus in pubblico, ma trasmette ugualmente, tramite la Sala stampa vaticana, un messaggio da pubblicare.
In Vaticano si celebra il Giubileo degli artisti: il Papa avrebbe dovuto essere tra loro e visitare, il lunedì, gli studi di Cinecittà. Francesco cita «l’Eucaristia dedicata in particolare agli artisti venuti da varie parti del mondo per vivere le Giornate giubilari», di cui si è occupato il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Il Giubileo «ci ricorda l’importanza dell’arte come linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra». La “via del bello” non è quindi mera contemplazione estetica, ma suggerisce al nostro mondo confuso che esiste una realtà ordinata alla quale fare riferimento per ricostruire una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio, come ha puntualmente affermato il cardinale prefetto nell’omelia della Messa. Parlando agli artisti giunti a Roma come pellegrini, ha infatti loro rammentato che «la vostra missione è non solo di creare bellezza, ma di rivelare la verità, la bontà e la bellezza nascoste nelle pieghe della storia, di dare voce a chi non ha voce, di trasformare il dolore in speranza». Una speranza che «si intreccia con il dramma dell’esistenza umana. Non è un rifugio comodo, ma un fuoco che brucia e illumina, come la Parola di Dio. Per questo l’arte autentica è sempre un incontro con il mistero, con la bellezza che ci supera, con il dolore che ci interroga, con la verità che ci chiama. Altrimenti, “guai”! Il Signore è severo» nel rimproverare chi si diverte a scandalizzare: il bello, il vero e il giusto sono inscindibili.
Il Papa menziona nei suoi saluti con particolare affetto anche i pellegrini della diocesi di Parma, giunti a Roma per varcare la Porta Santa assieme al loro vescovo diocesano.
«Invito tutti a continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan», aggiunge il Santo Padre. La necessaria preghiera per il Pastore comune dei fedeli non deve quindi far dimenticare la “terza guerra mondiale a pezzi” che caratterizza il nostro tempo.
Ad ogni modo, «vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera». I medici che curano il Papa sono presi così dal Pontefice ad emblema dei tanti colleghi che, in ogni parte del mondo, compiono il loro stesso mestiere con autentica vicinanza umana e spirituale ai pazienti.
«E ora affidiamoci a Maria, la “Piena di grazia”, perché ci aiuti ad essere come Lei cantori e artefici della bellezza che salva il mondo», conclude il Santo Padre in maniera davvero molto alata e suggestiva.