Venerdì 7 marzo 2025

Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: “Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno (Mt 9,14-15).


Come già spiegavano i profeti, il popolo eletto, nonostante il tradimento dell’idolatria, era pur sempre circondato dalle cure amorevoli di Dio. Egli, come suo Sposo sempre fedele, non l’abbandonava mai, anzi con la cura del castigo purificatore lo preparava all’esperienza dell’amore fedele e inesauribile. Era lo Sposo che non veniva mai meno alle sue promesse e che tutto il popolo si preparava ad accogliere con la preghiera, la conversione, la pratica della giustizia e il digiuno.

Ora, nella pienezza dei tempi, lo Sposo è finalmente presente, in mezzo al suo popolo, con il suo stesso Figlio Unigenito, Il Verbo Incarnato, Gesù di Nazareth. Lo Sposo è qui, visibilmente presente (Gv 3,29; Mt 22,2). Poi sarà loro tolto (9,15). Poi sarà nuovamente fisicamente visibile e glorioso, non più sotto i segni sacramentali, nella festa della Chiesa eterna, nella comunione trinitaria di tutti i credenti in Lui, ossia della Sposa con lo Sposo (Apc 19, 7-9). Siamo dunque nel bel tempo della Chiesa, allietata dalla conoscenza dello Sposo che è già venuto e ha realizzato per tutti nella sua corporeità di uomo- Dio le modalità con cui vivere l’amore di Dio mediante il compimento della sua volontà. Maria, Sposa con tutti i credenti nello Sposo, c’indica come vivere questo tempo in cui lo Sposo, che è il suo Figlio Unigenito, ci è stato tolto, ma in cui ci viene donato sacramentalmente in attesa della sua venuta per la festa senza fine. Da lei impariamo lo stile cristiano della vita.

In Quaresima pratichiamo, tra l’altro secondo le indicazioni della Chiesa, il digiuno. Ai nostri giorni è necessario esercitarsi nello stile cristiano della vita. Anche il digiuno quaresimale ne favorisce l’acquisizione e ci fa diventare più credibili in un contesto godereccio e consumistico il cui criterio è dato dalla quantità e non dalla qualità. La tradizione cristiana, per esempio, ci consegna il modo di osservare e conservare lo stile cristiano nelle ricorrenze di onomastici e compleanni lungo l’arco dell’anno, anche nel tempo quaresimale.

Infatti noi cristiani, come insegna Papa Francesco ai giovani, non ci appiattiamo sul divano, ma imitiamo Maria e cresciamo nella libertà dalle cose. E, tra i regali per le nostre feste personali, mettiamo in bella vista la consegna del “Tesoro spirituale”, non come esibizionismo vuoto e formalistico, bensì quale segno di comunione in Cristo e occasione di vera amicizia spirituale che unisce tutti i partecipanti all’iniziativa e li abilita a formare un ambiente vivo che prepara, anche in tal modo, la nuova civiltà del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

 

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