Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”. Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”. Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano;e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Gesù gli rispose: “È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato (Lc 4, 1-13).
La parola tentazione deriva dal verbo latino “temptare”, che significa assaltare. L’assalitore è il “temptator”, il “se-duttore”, colui che conduce con sé qualcuno all’attacco contro obiettivi ben precisi. L’Angelo ribelle, il Maligno è il grande “se-duttore” che, sin dall’inizio, pretende condurre tutti con sé all’assalto contro Dio con la lusinga della falsa insinuazione di poter diventare come Dio disubbidendo alle sue leggi di sapienza e di vita. Egli è il mentitore e omicida sin dall’inizio (Gv 8 ,44). Adamo ed Eva si fanno convincere dall’Assalitore e si sorprendono però abbassati ad una umanità sempre meno umana.
Nella pienezza dei tempi l’Angelo ribelle, il Maligno, il tentatore, il “se-duttore”, il Diavolo, osa condurre per tre volte perfino Gesù, il Figlio Unigenito, all’assalto contro Dio Padre proponendogli di fidarsi di sé stesso, del potere senza Dio e di dare spettacolo della sua potenza senza il sacrificio dell’amore. Ma, per tutta risposta, ora è proprio il Figlio dell’uomo, Gesù Cristo, che, invece di farsi coinvolgere nell’attacco contro il Padre e farsi allontanare dal suo amore, lo denuncia come Satana (Mt 4,10), ossia perenne accusatore dei figli di Dio davanti a Lui. Proprio così. Il Nemico della natura umana, dopo avere illuso i figli di Dio spingendoli a peccare con la prospettiva dell’assurda autonoma felicità, li accusa perché siano condannati come lui. Ma ormai, grazie a Gesù, servo umile e obbediente, è compiuta ogni giustizia e tutti i credenti in lui sono salvi. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, Gesù, non lasciandosi coinvolgere nelle tre tentazioni o assalti del Diavolo, riassume e respinge tutte le sue tentazioni nella storia, a cominciare da Adamo ed Eva e passando per quelle d’Israele nel deserto (538-540).
Anche le tentazioni diaboliche attuali con le quali il Diavolo ci spinge a chiuderci in noi stessi, nell’autosufficienza, nella divisione e nella guerra di tutti contro tutti, sono state vinte da Gesù. Per partecipare alla sua vittoria e preparare la pace, c’impegniamo volentieri a viver come Gesù nella potenza dello Spirito Santo in una fervente amicizia con lui mediante la meditazione dei misteri della sua vita (S. Messa e Rosario), lo studio del suo insegnamento (Magistero) e la pratica attenta del suo amore là dove operiamo, rigenerati dalla celebrazione dell’Amore Misericordioso nel sacramento della Confessione o Penitenza.