Lunedì 1 gennaio 2024. Così Papa Francesco chiama la Madonna nel primo Angelus del 2024, “prendendo a prestito” una poesia di padre Turoldo. La Chiesa deve saper imitare l’introspezione di Maria, alzando però la propria voce quando si rivela necessario (es. Nicaragua)
di Michele Brambilla
L’Angelus del 1 gennaio si tiene nel giorno «nel quale celebriamo Maria Santissima Madre di Dio», come dice lo stesso Papa Francesco. «Oggi il Vangelo ci svela che la grandezza di Maria non consiste nel compiere qualche azione straordinaria; piuttosto, mentre i pastori, ricevuto l’annuncio dagli angeli, si affrettano verso Betlemme (cfr Lc 2,15-16), lei rimane in silenzio. È un bel tratto il silenzio della Madre. Non si tratta di una semplice assenza di parole, ma di un silenzio colmo di stupore e di adorazione per le meraviglie che Dio sta operando», precisa il Pontefice.
«Così è Madre non solo perché ha portato Gesù in grembo e lo ha partorito, ma perché lo mette in luce, senza occuparne il posto. Starà in silenzio anche sotto la croce, nell’ora più buia, e continuerà a fare spazio a Lui e a generarlo per noi», spiega il Santo Padre, che fa sua una citazione di padre David Maria Turoldo (1916-92): «Vergine, cattedrale del Silenzio / […] tu porti la nostra carne in paradiso / e Dio nella carne» (D.M. Turoldo, Laudario alla Vergine. «Via pulchritudinis», Bologna 1980, 35). «Cattedrale del silenzio: è una bella immagine» e si “combina” bene con il brano di John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) sull’Eucarestia citato nell’omelia di Natale, dato che «col suo silenzio e la sua umiltà, Maria è la prima “cattedrale” di Dio, il luogo in cui Lui e l’uomo possono incontrarsi», un tabernacolo eucaristico vivente!
L’esempio di Maria è offerto ad ogni donna e ad ogni uomo cattolici: custodire la presenza del Signore nel proprio cuore comporta, come conseguenza, quella di non tacere affatto quando ci si trova di fronte ad un’ingiustizia. Il silenzio proposto dal Papa non è infatti fine a se stesso, perché oggi c’è «tanto bisogno di silenzio per ascoltarsi. Come ricorda il Messaggio per l’odierna Giornata Mondiale della Pace: «La libertà e la convivenza pacifica sono minacciate quando gli esseri umani cedono alla tentazione dell’egoismo, dell’interesse personale, della brama di profitto e della sete di potere». L’amore, invece, è fatto di rispetto, è fatto di gentilezza: in questo modo abbatte le barriere e aiuta a vivere relazioni fraterne, a edificare società più giuste, più umane, più pacifiche». Un silenzio, quindi, che si trasforma in dialogo per risolvere concretamente e pacificamente ogni vertenza.
Non sempre, infatti, è opportuno tacere del tutto. Sicuramente non si deve tacere quando si patiscono ingiustizie gravi o si evidenzia qualche peccato sociale. A Francesco preme, per esempio, far sapere che «seguo con viva preoccupazione quanto sta avvenendo in Nicaragua, dove Vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà. Esprimo ad essi, alle loro famiglie e all’intera Chiesa nel Paese la mia vicinanza nella preghiera. Alla preghiera insistente invito pure tutti voi qui presenti e tutto il Popolo di Dio, mentre auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua oggi», senza dimenticare i tanti teatri di guerra che il 2022 e il 2023 ci hanno consegnato, come Ucraina e Terra Santa.