Lunedì 10 aprile 2023. La Pasqua è un passo decisivo verso il trionfo del Bene. La preghiera del Papa per tutti i conflitti del mondo, Nicaragua compreso: tutte pietre d’inciampo su un cammino che, però, è già segnato
di Michele Brambilla
«Oggi proclamiamo che Lui, il Signore della nostra vita, è “la risurrezione e la vita” del mondo (cfr Gv 11,25)», dice Papa Francesco il 9 aprile, aprendo il Messaggio Urbi et Orbi della Pasqua. «È Pasqua, che significa “passaggio”, perché in Gesù si è compiuto il passaggio decisivo dell’umanità: quello dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dalla desolazione alla comunione» con Dio e con i fratelli.
«Cristo è risorto, è veramente risorto, come si proclama nelle Chiese di Oriente: Christòs anesti! Quel veramente ci dice che la speranza non è un’illusione, è verità! E che il cammino dell’umanità da Pasqua in poi, contrassegnato dalla speranza, procede più spedito», dice il Pontefice nel prosieguo. Il Papa cita la gioia incontenibile di Maria di Magdala, «quella stessa gioia per cui Pietro, sulle rive del lago di Galilea, alla vista di Gesù risorto non poté trattenersi sulla barca con gli altri, ma si buttò subito in acqua per nuotare velocemente incontro a Lui (cfr Gv 21,7). A Pasqua, insomma, il cammino accelera e diventa corsa, perché l’umanità vede la meta del suo percorso, il senso del suo destino, Gesù Cristo».
Allora «affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità. Gioiamo per i segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a partire da quelli che offrono assistenza e accoglienza a quanti fuggono dalla guerra e dalla povertà». E di guerre in corso ce ne sono parecchie: in particolare si chiede al Risorto di aiutare «l’amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo. Conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie. Apri i cuori dell’intera Comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace» e, ricorda Francesco, è stata colpita recentemente dal terremoto assieme alla Turchia.
«In questo giorno ti affidiamo» anche, «Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua Risurrezione. Manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la Regione» mediorientale. «Aiuta, Signore, il Libano, ancora in cerca di stabilità e unità, perché superi le divisioni e tutti i cittadini lavorino insieme per il bene comune del Paese», invoca il Pontefice soffermandosi anche su altre aree di crisi dimenticate: Haiti, Etiopia, Sud Sudan, Congo. I media occidentali tacciono in particolare sulle «comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea, e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede. Dona conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria».
«Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica», condensa il Papa, «e se, come scrisse un Padre antico, “il più grande peccato è non credere nelle energie della Risurrezione” (Sant’Isacco di Ninive, Sermones ascetici, I,5), oggi crediamo: “Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto” (Sequenza). Crediamo in Te, Signore Gesù, crediamo che con Te la speranza rinasce, il cammino prosegue».