«Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano» (Mc 6, 7-13).
Le istruzioni pratiche di Gesù agli apostoli possono sembrare contraddittorie, ma in realtà rispecchiano un percorso formativo. “Ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche” (Mc 6, 8). Questo comando di Gesù ha un valore molto contingente. È una missione iniziale che affida agli apostoli come primo svezzamento all’apostolato. L’autonomia che concede ai Dodici è molto modesta, perché era indispensabile che tornassero rapidamente da Lui. Quando sarà il momento di partire, gli ordini saranno ben differenti, come è riportato con sufficiente ampiezza nel vangelo di Luca: “Quando vi ho mandato senza borsa né bisaccia né sandali, vi è forse mancato qualcosa? Risposero: Nulla. Ed egli soggiunse: Ma ora chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia” (Lc 22, 35-36).
Questo comando di Gesù rispecchia un criterio direttamente legato all’incarnazione della fede. Esige un atteggiamento del cuore. Gesù vuole dare primato alla provvidenza del Padre. È uno stato di vero e proprio riposo nella grazia di Dio, che deve portare ogni battezzato a superare quell’atteggiamento di paura del futuro e di ogni possibile negatività che possa capitare nella strade del mondo. Gesù insegna a custodire l’atteggiamento dei “poveri in spirito”, i quali ripongono la loro fiducia sostanzialmente nella grazia di Dio.
Le ricchezze umane, quando sono legittime, sono un talento ricevuto del cielo. Ma conservano sempre un pericolo di “idolatria monetaria”, che deve essere superato nella fede. (L’avidità del denaro è la radice di ogni male – 1Tim, 6-10). È questo che Gesù accentua, guidando gli apostoli in un progressivo atteggiamento di fiducia verso il Padre. Perciò sottolinea l’esigenza di abituarsi a non collocare la nostra sicurezza nei mezzi economici, che comunque generalmente Dio dona con generosità a chi si affida Lui di cuore, ma solo sul Dio vivente, che non si lascia mai superare in generosità.