Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti (Gv 20,1-09).
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò loro: “Che cosa?”. Gli risposero: “Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”. Disse loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”. Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!”. Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 24, 13-35).
È certamente un esercizio efficace provare ad elencare le Apparizioni di Gesù Risorto al fine di vivere sempre più consapevolmente la fede ricevuta in dono nel Battesimo.Si potrà fare sempre. In questo giorno ritengo comunque che sia fruttuoso per la nostra fede entrare nell’esperienza dei fatti presentati dal Vangelo della S. Messa del giorno e della sera di Pasqua che celebriamo oggi in tutta Chiesa.
Come leggiamo nel Vangelo secondo Matteo, già dal momento della morte di Gesù in Croce, gli avvenimenti sono pervasi dall’immensità del Mistero che esercita molto concretamente in tutti i presenti e sugli elementi della natura la potenza della nuova creazione: “Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!” (Mt 27,51-54).
Era necessario che ognuno finalmente sapesse, senza ombra di dubbio, che finiva il duro inverno del peccato e della morte e aveva inizio, con il Sacrificio della Croce, la primavera della Redenzione universale per tutti i credenti in Cristo. Ma per avere parte all’opera della salvezza compiuta dal Salvatore Gesù non basta conoscere i fatti, per quanto cosa molto utile, nella loro drammaticità che scuote le coscienze e infonde timore. Non è sufficiente neanche risalire semplicemente da essi alla consapevolezza che erano segno chiarissimo del Figlio di Dio ingiustamente condannato.
Piuttosto, come le donne di cui c’informa il Vangelo, bisogna continuare a tenere fissi i nostri occhi su Gesù veramente morto e sepolto in unione d’amore con il suo Cuore di uomo-Dio. Proprio come Maria, la Madre Addolorata sempre persistente nella fede e sicura nella speranza della realizzazione della risurrezione promessa dal suo Figlio.
E Gesù Risorto, come a lei per prima, appare poi alle donne, a Pietro e agli atri discepoli, si fa vedere e toccare. Anche a noi, credenti in lui, fa le sue apparizioni e comunica la pace, la gloria e la gioia della sua vittoria immensa sul peccato e sulla morte. E s’è necessario, come lo fu per i due che, da soli verso Emmaus, rischiavano la deriva dello scoraggiamento e della sfiducia senza speranza, ci riconduce sulla via della fede in lui Risorto e vivo. Si trattiene volentieri con noi comunicandoci nella S. Messa la sua piena umanità con l’entusiasmo e il coraggio di essere nuovamente e per sempre veri figli obbedienti del Padre con lui Figlio dell’eterno Amore.
Saremo così membra vive della Chiesa che, con la guida del suo Vicario in terra, prepara la nuova civiltà nella storia in cammino verso le cose di lassù, ossia verso il suo compimento nella nuova Gerusalemme.