In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Gv 1,1-18
“Tutte le cose esistenti nel creato sono state create per mezzo di Gesù Cristo e in vista di Lui” (Col 1, 16). Purtroppo il male ha toccato anche il creato, che tuttora attende con speranza di essere liberato dalla corruzione, per entrare nella gloria dei figli di Dio. “Tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto” (Rom 8, 20-22). E’ il testo biblico più citato quest’oggi, ogni qualvolta si parla di ecologia e salvaguardia del creato. Il peccato originale riguarda sia l’uomo che l’ambiente, in modo inscindibile. Nel guardare il creato solo dal punto di vista umano, si finisce in considerazioni utili, come il problema dell’inquinamento e dell’esaurimento di certe risorse. Ma gli interessi delle nazioni sono assai differenti ed è quasi impossibile accordarsi sul modo di risolvere problemi ecologici molto legati all’economia.
Ben più solido è l’orizzonte della fede. Il creato va rispettato non solo per non danneggiare noi stessi ma anzi tutto perché non ci appartiene. Il cosmo è un capolavoro dello Spirito Santo, che lo ha creato e lo mantiene in armonia. Dio consegna la sua opera all’uomo perché ne sia il signore, ma sempre in armonia con la volontà del Padre. Dio ordina di custodire e coltivare il giardino. Siamo dunque custodi, non padroni. Abbiamo l’uso non il possesso. San Francesco d’Assisi chiamava fratello e sorella tutto quanto esiste, per dire della solidarietà fra la persona e la Terra. Possiamo incarnare il suo esempio ed evitare di essere ladri di cose. Li diventiamo quando usiamo più del necessario, lo sottraiamo alle generazioni che verranno dopo di noi.
Esiste un modo spirituale di fare ecologia, cioè di unirsi al creato per proclamare la gloria di Dio e sentirci in mezzo ad esso, come il direttore di una grandiosa orchestra. Stolti sono gli uomini che vivono nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconobbero l’artefice.. (Sap 13, 1-5). Dobbiamo imparare a contemplare, cioè guardare con lo sguardo di chi cerca la verità delle cose che esistono. La contemplazione del creato, con tutto l’equilibrio interiore che procura, è la grande alleata dell’ecologia. Gesù era un grande contemplativo della natura e le parabole agresti del Vangelo rivelano l’intesa tra lui e la natura. Al suo passaggio sembra che le leggi della fisica e della chimica si inchinassero innanzi al loro signore e amante e medico e “permettessero anche di mutare l’acqua in vino”.