In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. (Gv 10, 31-42)
Gesù prova la sua filiazione divina facendo riferimento al testo biblico: “Non è scritto nella vostra Legge: Io ho detto: Siete dèi?” E’ un versetto del salmo 82,6. Nella tradizione della Torah, usava denominare “dèi” anche semplici uomini, grazie all’autorità ricevuta da Dio stesso, in funzione di importanti incarichi da espletarsi pubblicamente. Così fu per Mosè, per i giudici o anche per alcuni profeti. Gesù rimane pienamente congruente alla tradizione d’Israele, da cui proveniva. Se alcuni uomini, per la loro funzione vengono chiamati “dèi”, a maggior ragione Gesù si può definire “Figlio di Dio”, perché siamo innanzi a “colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo “ (v. 36). Gesù effettivamente fu santificato, cioè consacrato al Padre, come “nuovo tempio”. La festa della Dedicazione del tempio (nasce nel 164 A.C. quando Giuda Maccabeo, riconsacra il Tempio di Gerusalemme, violato dal pagano Antioco IV) trova il suo senso pieno nella persona e in tutta l’opera svolta da Gesù. “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia, e poiché tu, che sei un uomo, ti fai Dio”(v. 33). Si erano già avuti in Israele dei falsi Messia, ma non vi fu mai l’accusa di essere bestemmiatori. La pretesa origine divina di Cristo, provoca l’ira assassina dei giudei. In realtà non vi fu mai alcuna bestemmia. Gesù attribuisce tutto al Padre suo. Da qui la falsità di Caifa, durante il processo a Gesù, quando si stracciò le vesti per accentuare una inesistente bestemmia.