Giovedì 20 febbraio 2025

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».


Ciascuno di noi potrebbe ora rivolgersi la domanda su cui si incardina tutta la nostra vita presente: Chi sei, Gesù, per me? Che cosa rappresenti per la mia vita? Che cosa prometti per il mio futuro? Sei via, verità e vita. Tu sei risurrezione. Tu solo hai parole di vita eterna. Detto questo si tratta di continuare a leggere questo brano con coerenza. Il Cristo viene profetizzato nel Terzo Carme del Servo sofferente Is 50, 5-9: “Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”, che potrebbe essere tradotta dicendo: “Non ho nascosto il mio volto, non mi sono girato da un’altra parte, quando mi hanno attorniato relativisti e radicali ho continuato a rendere alla regalità di Cristo e Maria”.  Mentre Gesù, annunciando la Passione, Morte e Risurrezione lascia intendere la volontà di realizzare l’atteggiamento descritto da Isaia, Pietro si rifiuta di guardare in faccia ad un Messia umiliato, sconfitto, irriconoscibile rispetto all’immagine colorata di trionfalismo che si era fabbricata di lui. Il “prendere Gesù in disparte”, per dissuaderlo dall’ intraprendere quel cammino, non vuol dire altro che guardare da un’altra parte. Guarda i tuoi peccati, e riconosciti peccatore inguaribile. Quanto più lo fai sinceramente innanzi a Dio, tanto più ti si avvicina il Salvatore, che esubera di capacità vitale verso la verità dogmatica e morale, che ci viene versata abbondante come un tonico dell’intelligenza e del cuore. Senza le opere, l’illusione e la menzogna possono insinuarsi nella fede e intaccarne il contenuto stesso. La fede non rimanda al dire ma al fare. La salvezza finale non si compie per sola fede, che non ha alcuna esistenza, se non è contornata da opere. Se esiste, è morta. Anche chi è dedicato alla preghiera non può prescindere dalle opere, che in fondo sono le opere dell’amore. Le opere, più che manifestare, devo lasciar “intravvedere” la fede.

 

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