Domenica 28 luglio 2024. I verbi della moltiplicazione dei pani e dei pesci, dice Papa Francesco, anticipano quelli dell’istituzione dell’Eucaristia, il Sacramento che permette anche a noi di donarci ai nostri fratelli
di Michele Brambilla
Parlando del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci nell’Angelus del 28 luglio, Papa Francesco evidenzia che si tratta, appunto, di «un miracolo, cioè un “segno”, i cui protagonisti compiono tre gesti che Gesù tornerà a ripetere nell’ultima cena. Quali sono questi gesti? Offrire, rendere grazie e condividere».
«Primo: offrire. Il Vangelo parla di un ragazzo che ha cinque pani e due pesci (cfr Gv 6,9). È il gesto con cui riconosciamo di avere qualcosa di buono da dare, e diciamo il nostro “sì”, anche se ciò che abbiamo è troppo poco rispetto alle necessità. Questo viene sottolineato, nella Messa, quando il sacerdote offre sull’altare il pane e il vino, e ciascuno offre sé stesso, la propria vita», sottolinea il Pontefice. L’ostia e le gocce di vino che vengono offerti a Dio durante la celebrazione eucaristica sembrano poca cosa di fronte alle esigenze, anche alimentari, dell’umanità, «ma Dio ne fa la materia per il miracolo più grande che esista: quello in cui Lui stesso, Lui stesso!, si rende presente in mezzo a noi, per la salvezza del mondo».
«E così si comprende il secondo gesto: rendere grazie», verbo che è il significato proprio della parola greca eucaristia. Si giunge, così, al terzo gesto, il condividere. «Nella Messa è la Comunione, quando insieme ci accostiamo all’altare per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo», che ci sono dati perché, attraverso di noi, la Pasqua di Gesù rinnovi ogni ambiente e realtà umana. «È un momento bellissimo, quello della Comunione, che ci insegna a vivere ogni gesto d’amore come dono di grazia, sia per chi dà sia per chi riceve», insiste infatti Francesco. I cattolici devono continuamente fare memoria dei doni ricevuti dal Signore ed essere pronti a diffonderne la grazia nella vita quotidiana.
Il Santo Padre assicura la sua preghiera per l’Etiopia, in cui si è verificata una grossa frana, che ha travolto un villaggio. «E mentre nel mondo c’è tanta gente che soffre per le calamità e la fame, si continua a costruire e vendere armi e a bruciare risorse alimentando guerre grandi e piccole. Questo è uno scandalo che la comunità internazionale non dovrebbe tollerare, e contraddice lo spirito di fratellanza dei Giochi Olimpici appena iniziati», dice rinnovando il suo appello per una “tregua olimpica”.
Il Papa pone l’accento anche sul tema della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, Nella vecchiaia non abbandonarmi (cfr Sal 71,9): depreca l’abbandono in cui sono tenuti molti suoi coetanei, insistendo ad affermare che «il nostro futuro dipende molto da come nonni e nipoti impareranno a vivere insieme».
Un piccolo accenno alla devozione popolare della città di Roma: «Mando un saluto a quanti partecipano alla conclusione della Festa della Madonna del Carmine a Trastevere: stasera ci sarà la processione della Madonna “fiumarola” sul Tevere. Impariamo da Maria, nostra Madre, a praticare il Vangelo nella vita quotidiana».