Martedì 16 agosto 2022
Gesù allora disse ai suoi discepoli: “In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: “Allora, chi può essere salvato?”. Gesù li guardò e disse: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile”.
Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi. (Mt 19, 23-30)
Gli ultimi nel regno di Dio
Come cadetto della scuola ufficiali dell’esercito francese, Charles de Foucauld aveva uno scopo cui teneva moltissimo: fare una gran carriera, guadagnare il grado più alto possibile. Dopo la sua conversione invece cambiò completamente direzione, e si mise a cercare l’ultimo posto. Scherzando diceva che siccome l’ultimo posto era già occupato da Gesù, non gli rimaneva che accontentarsi del penultimo. Ma dove trovarlo?
Nel monastero dei padri trappisti? Come missionario in Siria? Come servitore delle religiose di Nazaret?
Finì per condividere la vita di una poverissima stirpe di beduini in Africa.
Non abbandonò mai questi fratelli di adozione neanche nel pericolo, e infatti venne ucciso.
Era un uomo colto e intelligente. Anche da religioso, avrebbe potuto aspirare a qualcosa di diverso da un posto così sperduto. Ai suoi tempi c’erano moltissimi missionari che portavano il vangelo, e con esso la cultura ed un migliore livello di vita. Ma de Foucauld non voleva portare nulla a nessuno. Aveva davanti agli occhi l’immagine di Cristo che si è fatto come noi, uno di noi. Perciò anche lui divenne un povero beduino per mostrare che nel regno di Dio i primi posti saranno occupati da quelli che noi consideriamo ultimi.
(cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)