Mercoledì 26 giugno 2024. Udienza tutta dedicata alla Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe. Il messaggio del Papa? La droga fa male e bisogna prevenirne il consumo, non di certo liberalizzarlo
di Michele Brambilla
Papa Francesco dedica l’udienza del 26 giugno alla Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe, «istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. Il tema di quest’anno è Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione».
La catechesi del Papa prende di petto l’argomento ricordando che «san Giovanni Paolo II ha affermato che “l’abuso di droga impoverisce ogni comunità in cui è presente. Diminuisce la forza umana e la fibra morale. Mina i valori stimati. Distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore”». La droga, quindi, spolpa le risorse delle nazioni, danneggiando la stessa dignità umana, fermo restando che «ogni tossicodipendente “porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata. […] Continuano ad avere, più che mai, una dignità, in quanto persone che sono figli di Dio”».
Gli spacciatori, prosegue il Pontefice regnante, «sono degli assassini! Papa Benedetto XVI usò parole severe durante una visita a una comunità terapeutica: “Dico ai trafficanti di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo”». A chi pensa di trovare una soluzione trasformando lo Stato stesso in uno spacciatore monopolistico, Francesco risponde che «una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia –, come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Si liberalizza e si consuma di più. Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose», punto.
«La produzione e il traffico di droga hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico», dice il Papa, e non c’è dubbio che «un’altra via prioritaria per contrastare l’abuso e il traffico di droghe è quella della prevenzione, che si fa promuovendo maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita personale e comunitaria, accompagnando chi è in difficoltà e dando speranza nel futuro». Nella droga, infatti, c’è molta disperazione, mentre chi sa di avere una vocazione cammina senza timore e con molto realismo verso la meta.
«Nei miei viaggi in diverse diocesi e vari Paesi, ho potuto visitare diverse comunità di recupero ispirate dal Vangelo. Esse sono una testimonianza forte e piena di speranza dell’impegno di preti, consacrati e laici di mettere in pratica la parabola del Buon Samaritano», rammenta il Papa. Si sono mossi interi episcopati: il Santo Padre cita in particolare «la rete de La Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA)», che affronta anche altri tipi di dipendenze, come alcol, pornografia e nuove tecnologie. I giovani sono sempre più insidiati da questi fattori, ma possono diventare anche i promotori del proprio riscatto, come sostiene un altro intervento episcopale citato dal Pontefice, ovvero «una riunione» dei vescovi dell’Africa Australe intitolata «Dare potere ai giovani come agenti di pace e speranza».
«Cari fratelli e sorelle, di fronte alla tragica situazione della tossicodipendenza di milioni di persone in tutto il mondo, di fronte allo scandalo della produzione e del traffico illecito di tali droghe, “non possiamo essere indifferenti. Il Signore Gesù si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe. Sullo stile della sua prossimità, siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga”», conclude il Papa citando stavolta se stesso (26 agosto 2023).
Salutando tutti i pellegrini, Francesco rammenta che «sabato prossimo celebreremo la solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma. Siate sul loro esempio discepoli missionari, testimoniando ovunque la bellezza del Vangelo. Alla loro intercessione affidiamo le popolazioni che soffrono la guerra: la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, perché possano presto ritrovare la pace».