Domenica 3 dicembre 2023. Confidare in Gesù, compimento di tutte le attese dell’umanità, anche nella nostra epoca travagliata
di Michele Brambilla
Papa Francesco il 3 dicembre fa ancora leggere il discorso dell’Angelus a mons. Braida.
All’inizio dell’Avvento risuona più volte, nella liturgia, l’invito «vegliate». «Il tema è dunque la vigilanza. Come dobbiamo intenderla? A volte si pensa a questa virtù come a un atteggiamento motivato dalla paura di un castigo imminente, come se un meteorite stesse per precipitare dal cielo e minacciasse, se non ci scansiamo in tempo, di travolgerci», osserva il Santo Padre.
Il significato autentico dell’attesa dell’Avvento «Gesù lo illustra con una parabola, parlando di un padrone che tornerà e dei suoi servi che lo attendono. Il servo nella Bibbia è la “persona di fiducia” del padrone, con il quale c’è spesso un rapporto di collaborazione e di affetto», ma l’espressione “persona di fiducia” andrebbe utilizzata soprattutto per Lui, il Signore, impersonato dal padrone della parabola, tratta dal cap.13 del Vangelo di Marco. I servi «si tengono pronti al suo ritorno perché gli vogliono bene, perché hanno in animo di fargli trovare, quando arriverà, una casa accogliente e ordinata: sono contenti di rivederlo, al punto che ne aspettano il rientro come una festa per tutta la grande famiglia di cui fanno parte».
«È con questa attesa carica di affetto che vogliamo anche noi prepararci ad accogliere Gesù: nel Natale che celebreremo tra poche settimane; alla fine dei tempi, quando tornerà nella gloria; ogni giorno, mentre Egli ci viene incontro nell’Eucaristia, nella sua Parola, nei fratelli e nelle sorelle, specialmente nei più bisognosi», sostiene il Papa. Vigilare «è l’atteggiamento della sentinella, che nella notte non si lascia tentare dalla stanchezza, non si addormenta, ma rimane desta in attesa della luce che verrà. Il Signore è la nostra luce ed è bello disporre il cuore ad accoglierlo con la preghiera e ad ospitarlo con la carità, i due preparativi che, per così dire, lo fanno stare a suo agio. In proposito, si narra che San Martino di Tours, uomo di preghiera, dopo aver dato metà del suo mantello a un povero, abbia sognato Gesù rivestito proprio di quella parte di mantello che aveva donato. Ecco un bel programma per l’Avvento: incontrare Gesù che viene in ogni fratello e sorella che ha bisogno di noi e condividere con loro ciò che possiamo: ascolto, tempo, aiuto concreto».
Sono diverse le situazioni che meritano attenzione da parte dei fedeli cattolici. Il Pontefice certo non dimentica che «in Israele e Palestina la situazione è grave. Addolora che la tregua sia stata rotta: ciò significa morte, distruzione, miseria. Molti ostaggi sono stati liberati, ma tanti sono ancora a Gaza. Pensiamo a loro, alle loro famiglie che avevano visto una luce, una speranza di riabbracciare i loro cari. A Gaza c’è tanta sofferenza; mancano i beni di prima necessità», ripete con equanimità, chiedendo la ripresa delle trattative.
«Desidero assicurare la mia preghiera» anche «per le vittime dell’attentato avvenuto questa mattina nelle Filippine, dove una bomba è esplosa durante la Messa» in una struttura universitaria di Mindanao.
Il Papa ricorda che, «anche se a distanza, seguo con grande attenzione i lavori della COP 28 a Dubai». In più, «oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Accogliere e includere chi vive questa condizione aiuta tutta la società a diventare più umana. Nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle scuole, nel lavoro, nello sport: impariamo a valorizzare ogni persona con le sue qualità e capacità, e non escludiamo nessuno», sottolinea il Santo Padre.