Giovedì 9 novembre 2023. Madeleine Delbrêl testimonia che la nuova evangelizzazione è possibile e procura nuovi missionari
di Michele Brambilla
«Tra i tanti testimoni della passione per l’annuncio del Vangelo», esordisce Papa Francesco nell’udienza dell’8 novembre, «oggi presento la figura di una donna francese del Novecento, la venerabile serva di Dio Madeleine Delbrêl. Nata nel 1904 e morta nel 1964, è stata assistente sociale, scrittrice e mistica, e ha vissuto per più di trent’anni nella periferia povera e operaia di Parigi». Una donna, quindi, proprio dei nostri tempi, che ci può spiegare come ri-evangelizzare le periferie delle nostre metropoli, anche perché è una storia di conversione.
«Dopo un’adolescenza vissuta nell’agnosticismo – non credeva a nulla –, a circa vent’anni Madeleine incontra», infatti, «il Signore, colpita dalla testimonianza di alcuni amici credenti. Si mette allora alla ricerca di Dio, dando voce a una sete profonda che sentiva dentro di sé, e arriva a comprendere che quel “vuoto che gridava in lei la sua angoscia” era Dio che la cercava». Se ne deducono due indicazioni fondamentali: la prima è che la testimonianza di fede e carità delle nostre comunità non lascia affatto indifferenti; la seconda è che dall’azione missionaria scaturiscono altri missionari, consapevoli del fatto che Gesù è la risposta alle tante inquietudini contemporanee da loro stessi sperimentate.
Quando Madeleine riceve il Battesimo, «la gioia della fede la porta a maturare una scelta di vita interamente donata a Dio, nel cuore della Chiesa e nel cuore del mondo, semplicemente condividendo in fraternità la vita della “gente delle strade”». Come ha scritto lei stessa, «una volta che abbiamo conosciuto la parola di Dio, non abbiamo diritto di non riceverla; una volta ricevuta non abbiamo diritto di non lasciare che si incarni in noi, una volta incarnata in noi non abbiamo diritto di tenerla per noi: da quel momento apparteniamo a coloro che la attendono». Si crea una reciproca appartenenza tra evangelizzato ed evangelizzatore, tale che si può affermare che «soltanto in cammino, in corsa viviamo nell’equilibrio della fede», dice il Santo Padre con una metafora “ciclistica”.
«In questo spirito, rivolta verso i sussulti del mondo e il grido dei poveri, Madeleine si sente chiamata a “vivere l’amore di Gesù interamente e alla lettera, dall’olio del Buon samaritano fino all’aceto del Calvario, donandogli così amore per amore […] perché, amandolo senza riserve e lasciandosi amare fino in fondo, i due grandi comandamenti della carità si incarnino in noi e non facciano che uno”», così che diventa vero «che evangelizzando si viene evangelizzati».
Si comprendono, così, le esortazioni ai pellegrini francesi («di fronte al nostro mondo secolarizzato, non lamentiamoci, ma vediamo in esso una chiamata a provare la nostra fede e un invito a comunicare la gioia del Vangelo»), ma anche quelle ai polacchi, che sprona a trasmettere «alle nuove generazioni la vostra storia», vera testimonianza di popolo, pregna di sapore evangelico. «Domani celebreremo la festa liturgica della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano: è la cattedrale di Roma, la cattedra del Papa come Vescovo di Roma. Questa ricorrenza susciti in ciascuno il desiderio di diventare pietre vive nel servizio del Signore», evidenzia il Pontefice, che invita ancora a pregare insistentemente per l’Ucraina e i popoli della Terra Santa, ai quali ricorda che «la guerra sempre è una sconfitta: non dimentichiamo. Sempre è una sconfitta», mentre servirebbe «una pace giusta».