Domenica 17 dicembre 2023. Sarà un Natale di guerra, ma sarà comunque Natale, ricorda Papa Francesco all’Angelus nel giorno in cui il Pontefice compie 87 anni e piovono sul Vaticano auguri da tutto il mondo
di Michele Brambilla
Il 17 dicembre Papa Francesco festeggia, davanti a decine di bambini (figli delle famiglie assistite dal Dispensario di S. Marta) radunati nell’Aula Nervi, il suo 87esimo compleanno. Arrivano in Vaticano felicitazioni da tutto il mondo, ma il Pontefice nel corso dell’Angelus invita umilmente ad ascoltare la testimonianza di san Giovanni Battista, venuto a «dare testimonianza alla luce» (Gv 1,8) attirando gli sguardi su Gesù e non su se stesso.
«Il Battista è certamente un uomo straordinario. La gente accorre ad ascoltarlo attratta dal suo modo di essere, coerente e sincero»: in proposito, il Papa evidenzia che «il Signore manda in ogni epoca uomini e donne di questo genere. Sappiamo riconoscerli? Cerchiamo di imparare dalla loro testimonianza, mettendoci anche in discussione? Oppure ci lasciamo incantare dai personaggi alla moda», che ci trasformano in persone superficiali?
«Giovanni invece è luminoso in quanto testimonia la luce. Ma qual è la sua luce? Ci risponde lui stesso, quando dice chiaramente alle folle, accorse ad ascoltarlo, di non essere lui la luce, di non essere lui il Messia», che non si stanca mai di indicare. «La luce è Gesù, l’Agnello di Dio, “Dio che salva”. Solo Lui redime, libera, guarisce e illumina. Per questo Giovanni è una “voce” che accompagna i fratelli alla Parola; serve, senza cercare onori e protagonismi: è una lampada, mentre la luce è Cristo vivo»: il Natale è importante proprio per questo.
«Fratelli e sorelle, l’esempio di Giovanni il Battista ci insegna almeno due cose. Primo, che da soli non ci possiamo salvare: solo in Dio troviamo la luce della vita. E secondo, che ciascuno di noi, con il servizio, la coerenza, l’umiltà, con la testimonianza della vita – e sempre con la grazia di Dio – può essere una lampada che risplende» davanti agli altri additando il Signore.
Sicuramente è stato lampada «il Cardinale Eduardo Pironio, pastore umile e zelante, testimone della speranza, difensore dei poveri. Ha collaborato con San Giovanni Paolo II nella promozione dei laici e nelle Giornate Mondiali della Gioventù» ed è stato beatificato il 16 dicembre nel santuario di Lujan, in Argentina. «Il suo esempio ci aiuti ad essere Chiesa in uscita», specialmente i giovani. Molto meno luminoso il fatto che, nei recenti combattimenti di Gaza, abbiano perso la vita due cattoliche nonostante si fossero rifugiate nella parrocchia latina della città. Letteralmente «una mamma e sua figlia, la signora Nahida Khalil Anton e la figlia Samar Kamal Anton, sono state uccise e altre persone ferite dai tiratori scelti, mentre andavano in bagno. È stata danneggiata la casa delle Suore di Madre Teresa, colpito il loro generatore. Qualcuno dice: “È il terrorismo, è la guerra”. Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che “Dio fa cessare le guerre … rompe gli archi e spezza le lance” (cfr Sal 46,9). Preghiamo il Signore per la pace», Lui che è il Principe della pace.
Ha anche questo significato la tradizionale benedizione elargita alle statue di Gesù Bambino, portate in piazza S. Pietro dai ragazzi degli oratori di Roma. Il Santo Padre confida molto nel potere di intercessione dei piccoli, infatti a loro «chiedo di pregare davanti al presepio per i bambini che vivranno un Natale difficile, nei luoghi di guerra, nei campi-profughi, in situazioni di grande miseria».