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Lunedì, 14 aprile 1015 – Opus Mariae Matris Ecclesiae

Lunedì, 14 aprile 1015

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”. Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù (Gv 12,1-11).


L’aria ormai si fa sempre più pesante attorno a Gesù nonostante il suo trionfo di umile Re di gloria di qualche giorno precedente.

Anzi proprio perché le folle lo hanno riconosciuto e acclamato come “Colui che viene nel nome del Signore”, in occasione del suo ingresso a Gerusalemme, i suoi nemici persistono nella loro chiusura preconcetta e pregiudizievole verso il Maestro che pure ammiravano per la sua sapienza e bontà di cui avevano esperienza più o meno direttamente. Ma non vogliono estirpare la loro superbia, né recidere l’attaccamento al proprio “io” per credere finalmente nel figlio di Davide, il Re d’Israele, come avevano fatto invece le folle, bambini compresi, improvvisamente e spontaneamente, in un tripudio ormai incontenibile e incoercibile, agitando in omaggio alla sua Persona rami di palme e di ulivi e stendendo i mantelli al suo passaggio a cavallo di un puledro.

Al contrario i nemici di Gesù vanno tragicamente di male in peggio. Proseguono ancora nella loro ipocrisia e superbia e giungono a decretare, contestualmente alla morte di Gesù, anche quella di Lazzaro, cui Gesù riservava una profonda amicizia estendendola alle sue sorelle, Marta e Maria, che lo servivano e amavano imparando a praticare uno stile di vita sempre attento all’ “unum necessarium” (cfr Lc 10,41s; Mt 6,33; Gv 6,27) che dà senso e valore perenne alla quotidianità. Questa amicizia non impedisce la morte di Lazzaro, ma è tale da commuovere Gesù che dopo quattro giorni lo fa risorgere richiamandolo ancora dalla morte alla vita di quaggiù. I nemici di Gesù hanno a portata di mano l’ennesima grazia per convertirsi e credere nell’Unigenito Figlio di Dio. Ma continuano a resistere al suo amore e, vittime dell’odio preconcetto, restano intrappolati nella morte. 

Così purtroppo ancora oggi tanti nostri contemporanei (forse anche noi?) paralizzati dalla squallida superficialità o dall’illusione dell’ autosalvezza. Siamo all’inizio della Settimana Santa. Nel prossimo Triduo Pasquale, a conclusione della conversione quaresimale, celebreremo come Chiesa di Cristo l’opera della Redenzione con la partecipazione al suo mistero di morte, sepoltura e risurrezione. A che punto ci troviamo? Noi cristiani non esitiamo a scegliere la “parte migliore” come insegna Gesù accolto nella casa di Betania. Perciò evitiamo, con vigilanza e amore, l’attaccamento di Giuda al compromesso di una vita che antepone al Sacrificio dell’Amore la falsa sicurezza, in piccolo e in grande, dei poteri mondani (ideologico, politico, economico) che veramente necessitano essi stessi di essere redenti dall’ Amore di Dio Creatore e Salvatore. Oggi chiediamo la grazia di saper ungere con questo profumo del Sacrificio di Cristo (Grazia e Verità), con chiarezza, umiltà, pazienza e intelligente analisi noi stessi, la famiglia e le Istituzioni affinché aspirino a rialzarsi dalle gravissime aggressioni della Rivoluzione antiumana ancora persistenti.