Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di
Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona (Lc 11,29-32).
Gesù desidera che le persone gli prestino non facili consensi momentanei, ma che riflettano e credano in lui evitando di cadere nella condanna eterna.
Ormai è in cammino verso Gerusalemme ove compirà la redenzione con il sacrificio dell’amore, cioè del dono totale di sé.
Ha già insegnato che la via della sua sequela è l’imitazione del suo amore, visibile nel servizio per il bene del prossimo e nella preghiera fiduciosa al Padre celeste. Ha pure avvertito tutti i suoi discepoli che è necessario schierarsi interamente con lui contro il Nemico della natura, altrimenti chi non è con lui è contro di lui e chi non raccoglie con lui disperde (cfr Lc 11,23) a tutto vantaggio degli spiriti impuri che infieriscono contro l’uomo fiacco e indeciso che non vuole convertirsi (cfr vv 24s).
Tutti pendono dalle sue labbra e sono pervasi da grande ammirazione come testimonia una donna che riconosce ad alta voce la sua beatitudine e quella della madre che lo ha allattato.
Gesù coglie subito l’occasione per far capire che tutti possono essere veramente beati, cioè pieni della vera gioia, ascoltando e custodendo la Parola di Dio che, prima di essere scritta, innanzitutto è lui stesso.
Egli è il vero segno, inviato dal Padre, che dà fondamento sicuro alla fede e che porta a compimento tutti gli altri segni che comunque conducono a lui. Bisogna finalmente credere in lui che è ben più grande di Giona e di Salomone ai quali rispettivamente già avevano tributato la dovuta attenzione gli abitanti di Nìnive e la regina del Sud.
Anche ai nostri giorni bisogna insistere secondo la propria vocazione, con tutti i modi adeguati, a far capire e accettare negli ambienti nei quali si vive, dalla famiglia naturale e cristiana a tutte le altre istituzioni, l’urgenza della sequela di Cristo che è la fonte inesauribile della realizzazione di ogni persona umana e di tutto l’universo. Noi, nonostante l’avversione di certi cuori di pietra, ne siamo profondamente consapevoli e sappiamo, dalle stesse parole di Gesù, che l’eventuale colpevole disattenzione sarà giudicata e condannata irremissibilmente dall’eterno Re nel giorno del Giudizio (cfr vv. 31s).