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Lunedì, 21 aprile 2025 – Opus Mariae Matris Ecclesiae

Lunedì, 21 aprile 2025

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. (Mt 28, 8-15)


La pietra tombale – quella che le donne, il mattino dopo il sabato, trovarono semplicemente traslata, senza alcun segno di trascinamento e sforzo, come se fosse priva di peso – è quel muro di autosufficienza, che ci rende soli innanzi alle incertezze e alle tempeste del cuore. La razionalità umana deve essere umile e fermarsi, quando avverte che procrastinare il ragionamento, porta solo ansia e timidezza. Possiamo fermarci, tenere un santo silenzio e lasciar parlare il Salvatore. Un grande simbolico intervento – operato direttamente da Dio Padre durante la passione del Figlio – che spesso viene scavalcato a piè pari come se non contrasse nulla, è il velo del tempio squarciato da cima a fondo (Lc 23, 45). Accadde dopo che Cristo ebbe compiuto il suo percorso di obbedienza al Padre: “Padre tutto è compiuto” (Gv 19, 30). Questo velo poteva essere rimosso solo una volta all’anno dal Sommo Sacerdote, per accedere al vano dove vi era l’Arca dell’Alleanza, contenente le tavole dei dieci comandamenti, che stabilivano l’intesa tra Dio e l’uomo. Ora, dopo questo squarcio, l’accesso al Padre è libero per tutti i suoi figli. Infatti dice Giovanni: “Ecco sto alla porta e busso, se qualcuno mi apre la porta verrò a cenare con lui” (Ap 3, 20). Cristo ci dona di poter essere figli di Dio, con una meravigliosa vicinanza, che dobbiamo assumere come psicologia cristiana. E’ la figliolanza che risolve sempre la vita. E’ chiaro che Gesù stesso, durante la passione, non faceva del dolorismo come se contasse la quantità del dolore, o dell’eroismo, come chi cerca una morte veemente, o del vittimismo. E’ un uomo che procede, conservando un alto stato di preghiera che gli consentiva di essere ammaestrato, istante per istante, dal Padre suo. Infatti, nonostante “l’ora delle tenebre”, tutto si compie in verità e grazia.