Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”(Mc 3,22-30).
Gli intellettuali di Gerusalemme, chiusi nelle loro conoscenze umane, non accettano che Dio possa essere presente nel suo Messia nonostante l’abbia chiaramente promesso almeno sin dal tempo dei profeti.
Anzi lo avversano continuamente in tanti modi fino a cercare di screditarlo presso le persone tacciandolo di connivenza con il capo dei demoni di cui si servirebbe, secondo loro, per scacciare gli stessi.
Gesù però, innanzitutto li chiama a sé e li mette in condizione di riflettere con alcune similitudini. Se un regno è diviso in sé stesso non può reggersi; così anche, se una famiglia è divisa non può sussistere e se Satana si ribella contro sé stesso, il suo regno è finito.
Prendano atto dunque che il potere di Satana ormai è sconfitto e non certo perché si rivolta contro sé stesso, ma perché è arrivato l’uomo forte che lo lega e lo vince impedendogli di fare man bassa.
Già questo è il tempo in cui credere che il Verbo, la Sapienza del Padre, si è fatta carne. Il Figlio Unigenito del Padre continuando ad essere vero Dio, ha cominciato ad essere vero uomo e la bestemmia imperdonabile sarà quella di chi rifiuta di credere che l’uomo Gesù di Nazareth è veramente Dio.
Anche ai nostri giorni, come allora e sin dall’inizio della nostra storia, noi cristiani sappiamo e professiamo che la nostra speranza è Cristo: “Egli si manifestò nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunciato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria” (1Tm 3,16).
Il nostro nobile compito di cristiani del XXI secolo è quello di vivere e manifestare con gioia, nonostante la diffusa paralisi e confusione di un mondo che muore, la nostra personale appartenenza a Gesù Cristo, consapevoli che solo lui è la misura della piena umanità, ossia della realizzazione personale a tutto campo essendo pienamente uomo perché nel contempo pienamente Dio.
Perciò non ci lasciamo neanche minimamente ingannare o condizionare dalle varie sirene mondane, anzi ci esercitiamo, con l’esempio e la parola, a denunciare, smascherare e respingere, di volta in volta, la loro profferta di umanità, ben sapendo che solo nel mistero di Cristo, Dio fatto uomo, trova piena luce il mistero dell’uomo ad ogni età della nostra vita terrena e in ogni epoca.