Lunedì 5 febbraio 2024

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati (Marco 6,53-56).


In questi quattro versetti del Vangelo vediamo l’importanza del contatto diretto con la persona fisica del Signore Gesù. Tale contatto poteva avvenire anche mediante il suo mantello, secondo la tradizione dei sinottici (Matteo, Marco e Luca). Coloro che ne toccavano le frange – ovvero i quattro fiocchi posti ai suoi angoli, e che rappresentavano l’osservanza della Legge (cfr. Nm 15,38) – venivano salvati.

Molti si avvicinavano a Gesù come a un guaritore, ma ci andavano comunque con tanta fede. Ciò accadeva perché si era sparsa la voce che vi era un rabbi che non aborriva i malati, dai quali invece tutti fuggivano come se fossero dei maledetti da Dio, a causa dei loro peccati. Tutt’altro che abbandonare un malato sofferente! Lì c’era qualcuno che si faceva prossimo, c’era un rabbi che non vedeva affatto i loro mali come una maledizione.

Al contrario, i malati sono una grande occasione di compassione e tenerezza di Dio. La compassione di Gesù è vera: Egli conosce bene la sofferenza dei suoi malati, perché non la subisce mai, non ne viene mai travolto. Non cade mai in quelle sterili forme di commiserazione che non risolvono nulla. Lui è il più forte e agisce, compie gesti di liberazione.

È significativo che il Vangelo dica: «quanti lo toccavano venivano salvati». Quando Gesù ti raggiunge con la sua parola, non sei solo guarito, ma salvato. È ben più della sola guarigione fisica. Per quanti uomini e donne Gesù abbia guarito, sono molto più numerosi coloro che non hanno ricevuto una guarigione fisica. Ma tutti li ha salvati, e ha loro donato la vita divina, con la sua capacità di amare la croce.

Tanti andavano da Gesù non per ascoltare quanto insegnava, ma per ricevere sollievo fisico dal dolore, dal disagio della malattia. Vi era anche una credenza superstiziosa che circolava in Israele: si pensava che uscisse dalla sua persona una specie di fluido magico che guariva le malattie. Gesù, comunque, vede l’atto di umiltà di coloro si inginocchiano innanzi a Lui e accettano ciò che più conta. Esiste il peccato originale, ed esiste il maligno, che è più forte di te, per cui per resistergli ti è indispensabile accogliere la salvezza di Dio. Non era affatto scontato avere l’umiltà di inginocchiarsi innanzi a un rabbi, sebbene egli fosse, in modo trasparente, un uomo di Dio. Avremmo oggi l’umiltà di compiere un simile atto?

Comments are closed.