Martedì 18 giugno 2024

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo 5,38-48).


Gesù ci propone un ideale che dia l’orizzonte di fondo del nostro agire: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli». Con queste parole paradossali Gesù vuole indicare uno stile e un orientamento. Fa riferimento al Padre suo, che si è rivelato amante dell’uomo e misericordioso, capace di amore perseverante e invincibile. Non fa violenza, anzi la scoraggia sempre, cerca di conquistare con la grazia. Non è un ideale irraggiungibile. È indispensabile assimilarsi a questo Padre.

«Occhio per occhio e dente per dente» era un principio pregevole, perché aveva posto un limite al debordare dello spirito di vendetta. Ma questo spirito viene abbattuto definitivamente quando il cuore è toccato dalla bontà e dal perdono. «Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgi anche l’altra guancia… lascia anche il mantello», cioè non rispondere alla violenza in modo violento. Queste affermazioni vogliono indicare un atteggiamento da tenere, non domandano di essere prese alla lettera. Gesù stesso, durante il processo davanti al sacerdote Anna, chiese motivo delle percosse subite. San Paolo, innanzi al sommo sacerdote Anania che ordinò di colpirlo, con fermezza griderà: «Dio percuoterà te, sepolcro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la legge e contro la legge comandi di percuotermi?» (At 23, 3)È indispensabile cogliere il significato profondo, senza interpretare alla lettera il paradosso. Anche la grande disponibilità al perdono, che ci viene chiesta nel Vangelo, può essere malintesa e considerata “cibo per soli eroi”, che quindi non riguarderebbe una persona normale. In realtà il Vangelo è realista e concreto, non va letto in modo rigido e fanatico, ma secondo la saggezza tradizionale del Magistero della Chiesa.

D’altro canto, non si può perdonare tacendo le ingiustizie e rinunciando a lottare contro di esse. Sarebbe un grave torto contro la fede dei deboli che contano sulla protezione della Chiesa. Dovunque, nel mondo antico, il rispetto e l’amicizia erano solo per il consanguineo, il conterraneo, l’alleato. Ai nemici era riservata l’ostilità e anche lo sterminio. Era addirittura un punto d’onore, pronunciato nelle esequie funebri. Ma Dio Padre non ha nemici, ha solo figli, anche se spesso ribelli. Così anche un cristiano non può avere nemici, ma solo fratelli, anche quando sbagliano. Come Dio ama indistintamente, così noi ci adoperiamo per fermare il peccatore, ma senza odio. Anzitutto pregando per lui.

 

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