Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. (Mc 9, 30-37)
Chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato
Nella vita quotidiana viviamo una doppia esperienza: visitiamo le persone e le persone visitano noi. Non è la stessa cosa. Visitare qualcuno che riveste una carica importante è un privilegio. Ma l’onore è ancora più grande se un grande personaggio visita noi. Nella biografia di una santa medioevale si racconta che nel giorno del suo compleanno il marito espresse il desiderio di avere alla sua tavola alcuni ospiti di alto rango; e la moglie promise di accontentarlo. Ma si arrabbiò moltissimo quando alla sua mensa trovò seduti i mendicanti del paese.
La santa moglie riuscì a calmarlo, poiché anche lui era un uomo spirituale, esortandolo ad accogliere con tutti gli onori queste persone come se accogliesse Cristo stesso. Infatti, cosa si può desiderare di più? Chi accoglie Cristo, accoglie il Padre stesso e con Lui tutte le benedizioni. Nella mitologia antica si racconta che quando gli dèi andavano a visitare gli uomini, per ricompensarli dell’ospitalità davano loro l’immortalità. I miti sono un interessante genere letterario, ed esprimono i desideri profondi dell’umanità. Il cristianesimo li realizza.
(cfr. T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno – Lipa – vol III – p.97-98)