Mercoledì 11 settembre 2024

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». (Lc 6, 20-26)


 “Non fidarsi di nessuno” è un consiglio di qualche valore. Il profeta Geremia ammonisce a non fondare la propria sicurezza sull’uomo, il quale comunque è carne, quindi limitato e fragile, eppure spesso pretende di porsi come valore assoluto.  Guai a chi pone la propria fiducia sull’uomo ed ha la presunzione di offrire tutte le garanzie a motivo delle sue prerogative di conoscenza, di avere e di potere. In realtà ci si deve fidare dell’uomo in quanto uomo, solo quando è debole e quando conosce i propri limiti e l’insufficienza abissale del suo sapere. Diamo ascolto all’uomo che non pretende di essere la controfigura di Dio, ma piuttosto, nella sua miseria cosciente, lascia intravvedere la grandezza insondabile del mistero del Dio provvidenza. Chi fa sfoggio di onnipotenza, si illude di brillare di luce propria e alletta con ricchezze, in realtà blocca il cammino verso Dio. Per essere beati, secondo il quadro che ci mostra il Vangelo, non basta essere odiati, messi alla berlina, insultati e diffamati “a causa del Figlio dell’uomo”, ma occorre “rallegrarsi nelle persecuzioni, saltare di gioia”. Il successo, la popolarità, il trionfalismo non sono necessariamente segni di autenticità e di fedeltà alla Parola di Dio, ma possono addirittura essere spie del tradimento e del compromesso col peccato. 

“Guai a voi quando gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo facevano i loro padri con i profeti”.  I profeti non potrebbero essere più perdenti di così. Vengono regolarmente subissati di sassate. Quando altri appaiono vittoriosi e vengono salutati con ovazioni. Ma sotto i sassi, la Parola rimane viva e procede senza far rumore. Se pensiamo di unire Parola e trionfo immediato, dobbiamo almeno sospettare di aver reso quel Verbo di Cristo irriconoscibile.


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