In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». (Lc 7, 31-35)
Quando si è strattonati da tanti messaggi culturali, bisognerebbe affrontarli con il vangelo in mano e chiarire dove sta il vero e il falso. Invece generalmente accade il contrario e si rimane individualisti e schiavi dell’opinione pubblica, di tutti i mezzi di comunicazione e dei discorsi della gente. L’opinione pubblica è un brutto tiranno. Chi prova a contraddirla viene quanto meno deriso, se non visto come soggetto pericoloso. E’ però sempre possibile educare le singole persone alla maturità cristiana, così che dal vangelo e in coerenza con esso, sappiano sempre dire “cosa ne pensano”, di mille questioni con cui veniamo oggi in contatto.
L’opinione pubblica al tempo di Gesù rifiutò sia Giovanni il Battista, perché troppo ascetico, sia Gesù, definito mangione e beone. Con molta superficialità furono definiti praticamente due sciocchi esaltati di cui non era bene fidarsi. Chi non rispetta le norme è visto come un pazzo. Ma per i credenti la normalità è vivere Cristo. Proposto con coerenza e perseveranza è sempre vincente. Sia Giovanni che Gesù, hanno avuto folle di migliaia di persone ad ascoltarli e dovevano tenere discorsi piuttosto lunghi, per intrattenere una folla così numerosa. Cinquemila persone seguirono Gesù nel deserto, dimenticando anche di prendere un minimo di provviste….ma il successo fu assai breve. Ma sappiamo bene che serpeggiava sempre l’idea di un messia, grande conquistatore del potere politico. Il successo fu molto breve.
La superficialità dei sentimenti religiosi è una questione di tutti i tempi. Spesso l’eloquenza del predicatore affascina, ma alla fine è solo un modo per distrarsi, dipinto di un’apparente serietà. Il peccato è anzi tutto quella egoistica autosufficienza che rende insopportabile l’accettare di dover essere salvati e di operare la propria salvezza, edificando un ambiente cristiano. Troveranno sempre da ridire sulla chiesa da cui vorrebbero una salvezza immediata servita da inesistenti apostoli angelici. Queste persone dicono anche di accettare la rivelazione, ma il predicatore in carne ed ossa e la sua predicazione no. Sono ingabbiati nei loro compromessi, spesso sono cristiani tristi, hanno paura della libertà dello Spirito Santo, che li mette a nudo nei loro peccati autogiustificati da anni. Per loro è uno scandalo che Dio parli tramite uomini limitati e peccatori. Hanno paura di aprire le porte allo Spirito Santo, alla libertà che viene dalla predicazione, che ti ammonisce, ti insegna, ti schiaffeggia. Ma è proprio questa libertà che sostiene la Chiesa.