di Don Marco Giuntini
Gesù ha detto che senza di Lui non possiamo fare nulla perciò la cosa migliore per noi è accoglierLo come nostro maestro, quindi cercarLo e iniziare un dialogo con Esso affinché sia proprio Lui a guidarci in ogni cosa. Anche all’inizio della straordinaria avventura di San Francesco c’è stato un colloquio con Gesù avvenuto mentre Francesco pregava in San Damiano: “Ricostruisci la mia chiesa” fu il comando che il poverello d’Assisi ricevette e che segnò l’iniziò della sua intensa attività. Dopo quel colloquio ne seguirono altri dai quali Francesco trasse grande gioia e preziose indicazioni sul da farsi, perché solo Dio è in grado di guidare ogni uomo verso ciò che è bene per lui orientandolo verso cose grandi e adatte alle proprie attitudini.
Per fare qualcosa di buono nella vita e avere successo non è necessario ricorrere a particolari artifici, occorre piuttosto cercare il progetto che Dio ha già fatto per ciascuno di noi, poi trovarlo e realizzarlo. Quando Dio ci ha creato nell’assegnarci le nostre qualità e attitudini ha pensato anche al modo migliore in cui noi possiamo usarle, cioè ha predisposto in che modo possiamo realizzarci al meglio con i doni che abbiamo e con le grazie che Lui ci darà giorno per giorno. Sì, proprio le grazie…, ci sono assolutamente indispensabili perché senza di esse tutto ci andrebbe storto, Dio le conosce già in anticipo e perciò è in grado di formulare sulla nostra vita il progetto più adatto affinché possiamo salvarci col miglior profitto e godere in paradiso di una felicità la più grande possibile.
Tra tutti i modi possibili in cui possiamo costruire la nostra vita ci conviene scegliere il progetto che Dio ha scelto per noi. Questo progetto può essere scoperto anche da noi e attuato con successo. Può darsi che ci sembri strano, o che contenga qualcosa che noi non desideriamo e che non riteniamo adatto a noi, ma se è Dio che lo ha scelto, certamente può essere attuato con successo e accadrà persino che ci piaccia, purchè siamo disposti a cercarlo con impegno ed ad attuarlo con dedizione. E come trovare questo progetto? Certamente domandando a Dio che ce lo riveli: trovare il progetto di Dio è una delle due priorità della vita, l’altra è realizzarlo. E se mi sembra di non aver ricevuto alcuna risposta da Dio? Oppure non sono sicuro di aver capito ciò che Lui mi ha detto? Occorre che trovi un buon metodo per comunicare con Dio perché non posso fare a meno di conoscere il Suo progetto su di me.
Se conoscere il progetto di Dio su di me è una priorità irrinunciabile quanto è giusto che io investa per cercare di conoscerlo? Poco? Molto? Moltissimo? Diciamo che non c’è un limite; finché non ho trovato questo progetto spendere ogni energia nella sua ricerca non è troppo e impiegare sei giorni per fare gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio sono, in fin dei conti, ben poco di fronte all’urgenza del problema della mia vita.
Gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio sono un modo per conoscere Dio in modo pratico dalla riuscita pressoché certa; sono un cammino costituito da una serie di tappe attraverso cui è possibile giungere ad un contatto intimo con Dio e con le Sue Grazie presenti nella nostra vita. Non richiedono un livello di cultura particolarmente elevato né una preparazione specifica ma solo la voglia di farli. Ideati da Sant’Ignazio di Lojola (1491-1556) intorno al 1530 questi esercizi consentono di ripetere a grandi linee l’esperienza mistica di Ignazio acquisendo familiarità con i misteri della fede cristiana al punto da scorgerne la presenza nella propria vita. Diventa così possibile scoprire le tracce del progetto che Dio ha fatto per ciascuno di noi e trovare le motivazioni per attuarlo. L’efficacia degli esercizi ignaziani ha permesso la straordinaria diffusione dell’ordine dei gesuiti in tutto il mondo al punto che i papi, compreso l’attuale, hanno raccomandati gli esercizi con oltre 600 pronunciamenti del loro magistero. Nati originariamente come cammino della durata di un mese gli esercizi sono proposti anche come itinerario di lunghezza inferiore in parecchie varianti. Lo schema da noi adottato, di sei giorni, è stato elaborato dal padre Francesco Da Paola Vallet (1883-1947) ed è impiegato con successo da circa 70 anni.