Sabato 14 settembre 2024

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». (Gv 3, 13-17)


La parola di Dio è una luce fastidiosa. E’ essenzialmente rivelatrice del mio peccato. Non consente di scantonare nei meandri di giustificazioni di comodo. Siamo spesso disposti a minimizzare le nostre mancanze fino a renderle invisibili e la memoria fa la sua parte: si incarica di dimenticare puntualmente tutto il mio fardello, per non lasciarsi sfuggire puntualmente il gigantesco peccato degli altri. Ma poi viene il momento della “Parola più penetrante di una spada a doppio taglio”: Tu sei quell’uomo peccatore, come disse il profeta Natan al re Davide.. Conosciamo l’estensione del perdono di Dio quando accettiamo che ci venga rinfacciato il nostro peccato. Non si può capire e gustare il perdono, se non si prende lucidamente coscienza della propria colpa. “Pietà di me, o Dio” (Sal 50, 1), che spesso manco di pietà. A questo punto, quando l’uomo non vanta i suoi peccati come impresa gloriosa, Dio entra in azione, e si rivela come amore. La Parola di Dio non si limita a rivelare il peccato, ma si fa carne e viene a cercare il peccatore, non per condannarlo ma per riconciliarlo. “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi. Chi crede in Lui non è condannato”.

Credere, è credere nella misericordia di Dio, nel suo perdono, nella sua “debolezza” nei nostri confronti. Dio promuove l’incontro con il peccatore mediante il Figlio. Spesso le persone portavano i malati presso Gesù. Ma il singolo peccatore Lui va a cercarlo. Siede a cena con loro e provoca scandalo. Non parla di peccato in generale e non si interessa di malattie diffuse. Va a contatto con il singolo peccatore, con le piaghe di quel lebbroso. Accosta i peccatori uno per volta (Zaccheo, la samaritana, l’adultera..). La riconciliazione accade per dialogo intimo, fatto di sforzo di comprensione, riservato e delicato. Gesù si è chinato su di me. E la luce di cui è portatore, per quanto impegnativa, è una luce che rigenera e ti rimette in marcia, assieme a Lui, su un’ottima strada.


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